1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Lugano, in Svizzera. Fin da piccolo ho potuto vivere a sprazzi anche la vita di paese in montagna, a contatto con la realtà rurale, con una forte spinta verso la terra, gli animali, la natura in genere. Dopo l'adolescenza , nei primi anni da ventenne, ho iniziato ad avere problemi agli occhi. Nel corso degli anni malgrado questi problemi, ho avuto modo di fare diverse esperienze come terzo mondista in sud e centro America per conto proprio e lavorando soprattutto nel sociale a casa mia. Malgrado la disgrazia di vivere con dolori quotidiani agli occhi, questi, mi hanno sempre dato l'opportunità di cambiare e intraprendere nuove strade ed è proprio con l'ultimo stop che mi sono reinventato un nuovo percorso professionale creando con tre amici un’associazione per offrire opportunità a livello sociale con i cavalli a chi ne facesse richiesta, da bambini, adolescenti persone con handicap ecc.
La giovane autrice veneta Laura Nalesso, esordisce nel mondo dell’editoria con il libro “Il pendolo silente”, una raccolta di racconti gotici e di poesie. Il volume (108 pagine) è pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, ed è disponibile come di consueto nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho mai pensato di diventare scrittrice. Le cose accadono nella vita senza che le controlli. Ho scritto, ma non so se sarò mai scrittrice.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina il pomeriggio, la sera... e la notte, quando i pensieri incespicano come passi tra i rovi.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Charles Baudelaire. Nessuno è più contemporaneo.
4. Perché è nata la sua opera?
Per dare una forma alla malinconia? Per congelare la nebbia? Per cristallizzare le fiamme in uno specchio ardente? Non lo so. Se lo sapessi forse non l'avrei scritta.
In una sera come tante Linda e Marco decidono di andare a teatro con l’autobus. Ma il mezzo su cui sale Linda è quello sbagliato: l’autobus è stato rubato da due malintenzionati che vogliono abusare di lei. Questo è l’avvincente l’inizio de “L’autobus sbagliato”, libro nato dalla penna di Enrica Cortenova e pubblicato sia in formato cartaceo che in quello elettronico, dalla casa editrice BookSprint Edizioni.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come parlare, con la differenza che posso inventarmi delle cose, delle situazioni e i miei interlocutori non mi interrompono sino alla fine, momento in cui hanno facoltà di esprimere ciò che pensano. Ma soprattutto è poter concretizzare la mia fantasia e quando ci riesco, scrivendo appunto, provo un appagante senso di quiete e di accrescimento non solo rivolto a me stessa ma anche a chi ha voglia di leggermi.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Poche cose, essendo un giallo, ma credo che, soprattutto per gli scrittori in erba, alcuni aspetti della propria vita entrino spontaneamente nella stesura del proprio lavoro.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un impulso, è un istinto. È la voglia di iniziare un dialogo nel quale esprimo i miei pensieri. È un modo per comunicare attraverso le parole, le emozioni che provo e che vorrei trasmettere a chi mi legge, intrecciando la sua fantasia con la mia. Quando per esempio descrivo un paesaggio, vorrei che il lettore lo immaginasse non come le mie parole lo descrivono, ma come lui lo immagina, come la sua fantasia lo vede, sollecitato sì dalle emozioni che mi hanno spinto ad usare quelle precise parole, ma che possano suscitare in lui sensazioni ed emozioni diverse dalle mie. Sono convinto che le emozioni che prova chi scrive, dipinge, scolpisce, progetta un grattacielo, o comunque crea qualcosa, siano così profonde da non poter essere descritte, perché sono un vorticoso amalgama del cervello con l'anima.
L’amore che non conosce barriere e che sfida ogni sorta di pregiudizio. Questo è l’indiscusso protagonista del romanzo nato dalla penna di Roberta Caradonna, “L’Amore non ha pregiudizio”. Il libro pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book, affronta un tema fortemente attuale, quello dell’amore omosessuale.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Io sono nata a Colle di Val d'Elsa ,che si trova in provincia di Siena e ho sempre vissuto qui.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Posso sembrare molto presuntuosa ma gli consiglierei il mio.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Sinceramente io preferisco il cartaceo perché mi piace sfogliare le pagine e sentirle tra le dita, anche se riconosco tutti i vantaggi dell'e-book.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Io ho iniziato a scrivere dopo le scuole medie; pensare che odiavo sia studiare che leggere. Poi sono andata a lavorare in fabbrica e quando tornavo a casa dopo una giornata di lavoro mi mettevo a scrivere, e tutti i problemi sparivano e io mi sentivo libera e attraverso le parole. Entravo in un mondo pieno di sensazioni bellissime e uniche.
Il racconto di una vita difficile, vissuta sempre con dignità. Nina, nella sua autobiografia “La mia vita contorta”, racconta la sua dolorosa esperienza di vita, sempre vittima del giudizio altrui. Il suo libro è pubblicato nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book, dalla giovane casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao mi chiamo Rocchina, ma da quando mi sono trasferita a Milano mi chiamano tutti Nina. Ho 44 anni sono una persona normalissima, molto sensibile e quando vedo persone che soffrono o hanno problemi di salute o problemi di qualsiasi genere ,io piango subito. Vorrei aiutare tutti, ma purtroppo oggi di persone sensibili non se ne vedono molte. Sono tutte attaccate al materialismo alla bella vita al lusso, a me questo tipo di vita non piace .Se avessi la possibilità andrei in Africa a fare volontariato, andrei negli ospedali ad aiutare il prossimo, questo è un altro sogno che ho nel cassetto, purtroppo per una serie di problemi oggi non posso. Sono nata a Colliano provincia di Salerno, un paesino piccolo in cui ho vissuto per 31 anni, poi ho deciso di trasferirmi a Milano, dove risiedo da 14 anni. Dopo tante storie vissute nella mia vita non belle, all’ età di 29 anni ho deciso di iniziare a scrivere la mia storia e il mio sogno si sta avverando, non so esternare le mie emozioni con gli altri e quindi per me scrivere è uno sfogo e un piacere e di sicuro continuerò a scrivere.