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14 Lug
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Intervista all'autore - Carmine Bertone -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Mi chiamo Carmine Bertone, ho 39 anni e sono nato a Cava de’ Tirreni, una piccola città in provincia di Salerno.
È un luogo a cui sono molto legato, circondato dai monti e non lontano dalla Costiera Amalfitana, con i suoi colori vivi, i profumi intensi e un forte senso di comunità. Qui sono cresciuto, tra affetti familiari, i miei sogni e le mie passioni e questo ambiente ha sicuramente influenzato il mio modo di vedere e raccontare le cose.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei sicuramente di leggere una delle avventure di Jack London. È stato il mio scrittore preferito, sia da adolescente che da adulto. La sua vita stessa è stata un’avventura: marinaio, cercatore d’oro, giornalista di guerra e tutto questo si riflette nei suoi romanzi. Libri come "Zanna Bianca" o "Il richiamo della foresta" mi hanno trasmesso fin da giovane il desiderio di esplorare il mondo, di vivere intensamente, a contatto con la natura e con le emozioni più vere. Oggi, in un’epoca così digitale, credo sia ancora più importante offrire ai ragazzi storie che li spingano a guardarsi intorno, a sognare e a mettersi in gioco, magari lontano dallo schermo.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ne parlavo già nella risposta precedente: credo che niente possa davvero sostituire l’emozione di sfogliare un libro, il suono delle pagine, l'odore della carta, per me il libro cartaceo mantiene ancora un fascino autentico, che crea un legame fisico ed emotivo con la lettura. Allo stesso tempo, però, riconosco i vantaggi dell’ eBook: è pratico, permette di portare con sé una libreria intera ovunque si vada, e rende accessibile la lettura anche a chi ha difficoltà di spazio. L’importante, per me, è che si continui a leggere, in qualunque forma, perché la conoscenza, i valori e le informazioni davvero significative sono contenute nei libri. Leggere ci apre e ci allena la mente, ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La passione per la scrittura e la lettura è un dono che mi ha trasmesso mia madre fin da quando ero piccolo, insegnandomi il valore e il potere di entrambe le cose. Oggi, con lo stesso amore, cerco di trasmettere questi valori ai miei bambini, affinché anche loro possano crescere con la bellezza della lettura, e magari della scrittura nel cuore.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il Magico viaggio di Liam e Chiara è un pezzo del mio cuore. In realtà, Liam e Chiara sono da sempre i protagonisti delle storie serali che mia moglie Noemi racconta ai nostri bambini prima di dormire. Da quelle narrazioni dolci e fantasiose è nata l’ispirazione per costruire un’avventura che unisse la nostra vita familiare ai mondi immaginari che hanno sempre popolato la mia mente, influenzata dalle letture che più ho amato, ricche di emozione e avventura.
È quasi un’autobiografia mascherata da narrativa, ispirata ai miei figli e a mia moglie, che sono la mia luce quotidiana. In ogni pagina c’è il riflesso della mia vita, dei miei sogni e soprattutto dei valori che desidero trasmettere come padre: l’amore, il coraggio, la curiosità e il rispetto.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che desidero trasmettere è fatto di valori semplici ma fondamentali: l'importanza della famiglia, della collaborazione, dell’amicizia e della condivisione. Voglio ricordare quanto sia preziosa la natura che ci circonda, ciò che ci offre ogni giorno e quanto sia nostro dovere rispettarla e proteggerla. Perché nulla ha più valore della vita, e imparare a riconoscerla nei piccoli gesti quotidiani è, secondo me, fondamentale. Con la scrittura ho cercato di trasmettere tutto questo non solo ai piccoli lettori, ma anche agli adulti che leggeranno il libro per loro. Mi piacerebbe che tra le pagine riuscissero a sentire le emozioni che ho voluto raccontare: i profumi, come quello del mare, e il calore di un abbraccio sincero.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Scrivevo già da piccolo: prendevo i miei cartoni animati preferiti e ne inventavo i seguiti, mia madre conserva ancora i quaderni pieni delle mie storie. Col tempo, crescendo, quella fantasia è diventata un modo per raccontare ciò che vivo e ciò che sento. Ho continuato a scrivere poesie, canzoni e pensieri, ma non avevo mai trovato il coraggio di mettermi in gioco davvero, come autore. Per questo sono profondamente grato per questa opportunità: è un sogno che prende forma.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Come dicevo, l’ispirazione de "Il magico viaggio di Liam e Chiara" nasce dalle storie inventate da mia moglie per i nostri bambini prima di dormire. Anche i nomi dei personaggi sono stati scelti da lei, tranne ‘Sara’, la mamma nel libro, è il nome che mia figlia dà alle sue bambole e ai suoi giocattoli. Questo, per me, è sempre stato un dettaglio tenerissimo.
A dire il vero, ogni piccola sfaccettatura del libro ha preso vita da ciò che vivo ogni giorno. L’ispirazione per scene, aggiunte e modifiche è nata proprio osservando e condividendo la quotidianità con i miei due bambini. Ogni sorriso, ogni domanda curiosa, ogni gioco inventato insieme ha contribuito a costruire questa storia. Ecco perché questo libro, per me, è così speciale: è profondamente radicato nella mia realtà familiare.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Certo, durante la stesura ho avuto più di un momento di dubbio. Preso dalla quotidianità e dalla vita frenetica di tutti i giorni, più volte ho pensato di non provarci, di rimandare ancora una volta. Ma questa volta è stato diverso: ho deciso di credere davvero in me stesso e nelle potenzialità di questo libro.
Oggi sono felice di non aver mollato, perché vedere questa storia prendere forma, e sapere che potrà arrivare nelle mani di altri, è una delle soddisfazioni più grandi che potessi regalarmi.
 
Il suo autore del passato preferito?
L’ho menzionato prima: Jack London è da sempre il mio autore preferito. La sua vita è stata piena di contrasti, con più bassi che alti, ma il modo in cui raccontava le avventure e trasmetteva il senso profondo dell’esplorazione mi ha fatto innamorare della lettura sin da ragazzo e mi ha spinto a cercare sempre nuovi autori.
Se però dovessi scegliere il mio libro del cuore, direi "Il tempo e la felicità" del grande Luciano De Crescenzo. In quelle pagine ho trovato una riflessione semplice ma potentissima: la felicità non sta nel passato né nel futuro, ma nel presente, nel “qui e ora”. De Crescenzo invita a riscoprire i piccoli piaceri quotidiani, l’importanza dell’amicizia, la bellezza della semplicità e il valore del tempo condiviso. È un messaggio che cerco di tenere vivo anche nella mia scrittura e nella mia vita.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l’audiolibro rappresenti un progresso. Non sostituisce il libro cartaceo, che resta per me insostituibile, ma può essere un validissimo compagno in tante situazioni quotidiane.
È bello pensare che anche una storia, come la musica, possa accompagnarti durante una passeggiata, mentre svolgi una faccenda domestica o magari mentre ti alleni.

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