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14 Lug
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Intervista all'autore - Vincenzo Cusumano -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nato a Trapani nel 1944, ultimo di nove figli. Mi sono laureati in Economia e Commercio a Firenze dove lavoravo alle Ferrovie dello Stato con la qualifica di Segretario Amministrativo presso l'Officina Veicoli di Firenze Porta a Prato, fino al 1973.
Assunto in Dogana a Bolzano con la qualifica di Direttore, ricevetti, in tempi diversi, l'incarico di Capo Dogana a Tubre (confine itali svizzero) e di Capo Dogana a Resia (confine italo austriaco), fino al 1989. Dopo intrapresi l'attività autonoma di imprenditore finalizzata alla fabbricazione di oggetti ricordo in località Stagno nel Comune di Collesalvetti (LI), fino al pensionamento nel 2010 quando mi trasferì all'Isola d'Elba nel Comune di Portoferraio (LI). Durante gli anni di servizio in Dogana, con la Casa Editrice IPSOA di Milano, ho pubblicato il libro ''Le Procedure Semplificare di Accertamento Doganale'' e, con la Casa Editrice PIROLA di Milano, hp pubblicato il libro '' Le funzioni professionali dello Spedizioniere Doganale e dei suoi Coadiutori''.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nelle ore mattutine prima della colazione.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho preferenze.
 
Perché è nata la sua opera?
Da pensionato, tutti gli anni, mi reco nel mio paese di origine dove soggiorno alcune settimane. A Trapani il passeggio serale si svolge in una strada del centro storico detta ''Loggia''. Lì ero solito incontrare gli amici di un tempo con i quali mi intrattenevo a passeggiare e a chiacchierare. Una sera del 2014, siccome era morto di recente l'On. Giulio Andreotti il quale aveva avuto occasione di dire la seguente frase: ''mi hanno accusato di tutto fuorché delle Guerre Puniche'', un amico del gruppo di passeggiatori chiese: ''ma se erano cartaginesi perché venivano chiamati punici?'', Nessuno lo sapeva. La sera successiva, a cena a casa di un amico, la moglie dell'amico me lo disse ed io la sera dopo lo raccontai agli amici del gruppo durante la passeggiata. Da quella volta, tutti noi amici cominciammo la mattina a studiare e imparare qualche lezioncina e la sera, durante la passeggiata, a chiedere: ''lo sai perché si dice così?'' e c'era sempre un altro amico che rispondeva:’ e tu lo sai perché si dice così?'' Questa abitudine durò qualche tempo, poi il gruppo si sciolse per motivi anagrafici ed io, non incontrando più alla Loggia i vecchi amici di un tempo, mi venne in mente di raccogliere in un testo tutte quelle storie che mi ricordavo di avere sentito raccontare durante le passeggiate.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente il percorso scolastico, le esperienze lavorative e la vita sociale hanno una notevole influenza sulla formazione letteraria. Devo però aggiungere che quello che ha avuto un ruolo importante per la mia passione verso la scrittura è il pensionamento.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Quando si scrive si racconta soprattutto quello che ci circonda, quello che ci appare in tutte le sue forme e i suoi colori. È la realtà che ispira più concretamente i nostri pensieri.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è il mio desiderio di conoscere il passato perché ritengo che chi non conosce il proprio passato non può giudicare il proprio presente.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non credo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non mi appassiona perché l'ebook non si piò posare sul comodino e tenere a portata di mano.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tante persone, anche più giovani di me, avrebbero serie difficoltà ad ascoltare la lettura di un libro, a causa del decadimento uditivo.

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