Il protagonista è Antonio, un uomo il cui passato affonda nel buio torbido della guerra in Vietnam; è lì che Antonio ha conosciuto uno dei lati più profondi del dolore umano e quali ferite, a livello psicologico e fisico, possa causare la ferocia della guerra.
Un passato quindi non facile da scrollarsi di dosso, nonostante lo sforzo sincero di immergersi nuovamente nel mare della normalità. Il destino purtroppo ha però in serbo per lui un altro progetto e, vittima della sua impulsività, Antonio si troverà prigioniero presso un carcere di massima sicurezza. In una continua sovrapposizione di piani cronologici, la lettura scorre velocemente, in bilico tra passato e presente.
«Devo trovare un varco, ma il prato è circondato da un muro alto almeno due metri, con la ferita al braccio è impensabile che cerchi di scaval-care, devo trovare un’uscita forse un cancello carraio, sul lato destro c’è un laghetto, mi dirigo in quella direzione se trovo un rigagnolo che sfocia fuori sono salvo, non mi prenderanno posso restare sommerso anche tre minuti e raggiungere uno sfogo esterno.»
Nel suo gioco delle parti il protagonista assume, ad un certo punto del romanzo, il ruolo di esponente di una giustizia basata su norme non scritte, non codificata da nessuna legge e assai lontana dal potere ufficialmente riconosciuto. Diventa quindi difficile, nell’intricato groviglio dei fatti, distinguere il filo dell’onestà da quello della scorrettezza, e diventa ancora più complicato se la mano criminale agisce come appendice di chi si trova ai massimi livelli del potere.
La trama coinvolgente, i ripetuti flashback e le suggestive atmosfere del romanzo catturano il lettore che, spinto al termine da un ritmo incalzante, trova il parallelo tra fatti narrati e realtà attuale.
Mario Serena è nato a Napoli e ha vissuto in quasi tutte le regioni d’Italia. Per BookSprint Edizioni ha già pubblicato “Io c’ero” (228 pagine, ebook disponibile), uscito nel 2011.