“I padri della nuova generazione” (108 pagine, edite sia in forma cartacea che digitale) è la sincera testimonianza di un periodo vissuto dall’autore che, vittima delle proprie insicurezze, si trova a percorrere il tunnel del dramma. Dalla letture dei suoi componimenti si denota una concezione disperata della realtà, incupita e deformata dalle nebbie viscide e fredde delle fragilità che avvinghiano l’autore fino al punto da opprimerlo.
Non stupisce se nelle pagine finali del suo libro compare l’eloquente aforisma “La morte è la prova inconfutabile della clemenza di Dio.”
Come frecce lanciate a colpire il lettore, queste piccole sentenze – chiamate dall’autore “dardi” - sintetizzano in maniera efficace il pensiero di Davide.
Egli, soprafatto da un violento ed inarrestabile rigurgito emotivo ed artistico, si libera del peso di quella parte stagnante di sé.
In tema col clima di questi giorni non è azzardato sostenere che la raccolta rappresenta il capodanno della vita di Davide: il necessario e sofferto rinnovamento.
Nessuna dolcezza allevia il cuore di chi scrive e anche il lettore, immerso nella lettura del testo, potrà assaporare il gusto amaro del disincanto.
Nella successione di rime baciate e incatenate (quest’ultime più numerose) prende corpo un verseggiare graffiante che indugia e seziona il grande caos, materiale e sentimentale.
Eppure l’evidente disfattismo lascia posto, inaspettatamente, ai primi bagliori della rinascita.
«Non puoi cambiare il mondo, non sei Dio./ Non puoi considerarti un Dio/ perché sei fatto di carne.»
È nel testo “Non puoi” che Davide conferma l’impotenza dell’uomo davanti all’immensa forza della Natura e di Dio, ma riconosce all’uomo la possibilità, combattendo, di essere tale.
Il linguaggio ben calibrato e perfettamente coerente con le immagini evocate nobilitano i componimenti, originali figli di un’autentica sensibilità creativa.