Cosa è la vita se non un infinito agglomerato di emozioni, paure, sofferenze, carezze, gioie, dolori che percorrono la nostra esistenza unendosi nel filo rosso comune dell’io individuale? È possibile considerare se stessi come il frutto dell’unione di innumerevoli frammenti, uno vicino l’altro, riuniti all’interno dell’essere umano? Come può l’uomo essere tale senza la somma di ogni minuscola azione, sensazione, pensiero che ne ha pervaso la vita nel corso degli anni?
Ecco la metafora del melograno. Tanti chicchi, rossi, accesi, ricchi di sapori, che si tengono vicini per far parte di un’unica polpa che è la polpa del frutto stesso. Ognuno uguale all’altro ma diverso dagli altri per dimensione, colore, gusto. Ognuno capace di raccontare una storia, un pezzo di vita che contribuisce a rendere unito, coeso e unico il resto. Ognuno a formare la persona nella sua totalità, nella sua globalità, sotto le grossolane vesti di un guscio fatto di pelle, ossa e carne.
Giacomo Cestari, nato a Trento nel 1984 e laureato ad Udine in Viticoltura, Enologia e Mercati vitivinicoli, ora insegna matematica e scienze in una scuola media. Ma sin dal 2000 si è sempre ritagliato spazio per le sue passioni che sono i viaggi, le arti marziali e le filosofie orientali, che lo hanno portato a vivere diverse avventure, senza però mettere mai da parte l’amore più grande di tutti: la scrittura.
Ma con “Chicchi rossi di melograno”, l’autore, raccogliendo e raccontando stralci di vita vissuta che ne hanno segnato l’esistenza, è andato oltre, aprendo una finestra sul suo mondo interno, intimo, e affrontando l’avventura più grande della ricerca interiore, percorrendo le strade innevate e tortuose dei suoi monti interiori.