È nella semplicità dei piccoli gesti che Fabiana Papalini cerca ispirazione per i suoi versi dove il sentimento e la tenerezza si intrecciano come la trama e l’ordito di una tela preziosa.
Viene da chiedersi se sia casuale la scelta di aprire la raccolta con un componimento dall’alto valore simbolico. I versi della prima poesia rimandano inevitabilmente al significato più intimo dell’elemento in questione: l’acqua. In toni estremamente lirici il canto di Fabiana, con le sue cristalline immagini di purezza, riporta alla mente del lettore l’aspetto salvifico e purificatorio dell’acqua. Ricorrono i riferimenti al mondo della natura che, generosamente, offre le sue meraviglie a tutti coloro che sanno coglierne ispirazione per regolare la conduzione della propria vita. Procedendo nella stesura delle sue riflessioni, la luce della sensibilità illumina l’intima tranquillità dell’autrice. Dal suo comporre versi e immagini, arriva al lettore l’immagine di donna profondamente legata alla sicurezza delle mura domestiche, alla potenza silenziosa dell’amore, alla forza della determinazione. Nell’evocazione della libertà, la fantasia dell’autrice predispone il cuore a gioire di nuove avventure. Riprendendo un concetto espresso quasi al termine della raccolta, il testo scritto funge da finestra sul mondo: un davanzale su cui scaricare il peso del corpo e proiettare lo sguardo verso una prospettiva ricca di cromatismi.
Fabiana Papalini indugia sui sentimenti che arricchiscono il suo essere donna e di questo scrive, con una sincerità che rasenta la confidenza.
Sintetizza nelle poche parole della chiusa di un suo componimento la poetica di tutta la sua raccolta.
«La vita è poesia quando cerchi qualcosa in te.»