Ancora più imprevedibile. «I superstiti del gruppo di Davide, a provviste ormai esaurite, dovranno nuovamente mettersi in gioco per continuare a sopravvivere; ma questa volta, grazie all’avvento di un inviato, un generale che vuole ricostituire la Società, il termine Speranza acquisisce finalmente un senso».
Se “In attesa dell’alba” correva verso la fine del mondo, verso un’Apocalisse oscura e senza speranza, “L’alba” va in una direzione ancora più terrificante. «Così come il precedente libro era una personale risposta alla domanda “Che cosa accadrebbe se non fossimo più certi di arrivare vivi al giorno dopo?”, questo libro propone un interrogativo diverso: “Cosa succederebbe se, giunti al giorno dopo, ci rendessimo conto di essere ancora mortali?”»
Roberto Giordano lo dice chiaramente, e chi lo conosce sa che è sincero. «Nel caso in cui qualcuno di voi sentisse “completa” la vicenda precedente, lo invito con tutto me stesso a NON LEGGERE QUESTO LIBRO». Il motivo è presto detto. Queste pagine sono un percorso che porterà a spiegare quell’incontro. L’autore si riferisce all’esperienza di Davide che, col virus E che gli scorre nelle vene, fa esperienza di “dio”. Le rivelazioni di questa divinità gli consento di capire «per quale motivo si fosse scatenato tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento…».
Forse qualcuno ha pensato a una conclusione semplice e sbrigativa. Ma non è cosi. E questo volume è qui per dimostrarvelo. «Parliamoci chiaro: CHI avrebbe mai scritto un proseguimento di oltre seicento pagine, per giustificare qualcosa che sembrava essere un affrettato finale nel libro precedente?»
Giovane talento Milanese di 34 anni, Roberto Giordano inaugura un nuovo genere, che lui stesso definisce come pulp/horror/apocalittico. Con questo secondo capitolo, accattivante e mai scontato, dà nuovamente prova delle sue doti di narratore.