Quello che s’instaura fra le autrici assume i contorni di un “dialogo empatico”, un riuscire a capire che oltre tutto ciò che di male può capitarci, in fondo, c’è sempre qualcosa di bello in noi e per noi.
“Oltre il pensiero” è un’opera fra romanzo e manuale di psicologia. Infatti si presenta e si divide come un puntuale resoconto del percorso intrapreso dalle due secondo il metodo post-freudiano del Counseling, metodo che tende a consolare e orientare il paziente, sviluppandone le potenzialità di autorigenerazione attraverso la capacità dell’immaginazione, della creatività. Le autrici sono convinte che ogni cambiamento significativo inizi soprattutto da noi stessi, perché è proprio dentro di noi che si celano quelle straordinarie risorse in grado di ridiscutere le nostre certezze. Per questo è fondamentale, per questo percorso terapeutico, è la potenza dell’immaginazione e della creatività. Alla fine del libro ci sono tutta una serie di poesie che Silvana Rabuffetti dedica a Michi, e che toccano le corde dell’anima di chi le legge, lasciandolo spoglio, tristemente, dolcemente, indifeso.
“Oltre il pensiero” è un rivoluzionario atto di forza, la dimostrazione di come si possa riuscire a sopravvivere al peggiore dei dolori. Cerca di raccontarci, con dovizia metodologica, quale possa essere una delle vie per la guarire dal dolore. Nonostante l’impostazione rigorosa questo libro non risulta mai asettico o freddo. Non leggiamo di un paziente X e una psicoterapeuta Y, leggiamo di Nadia e Silvana, del loro esistere e urlarlo forte al mondo. Perché vivere la vita, ne vale sempre la pena.