“Storie di Casimiro”, però, è anche una fotografia perfetta di un settantennio del nostro Bel Paese, dagli anni trenta fino al duemila, ricco di cambiamenti e di avvenimenti come la Seconda Guerra Mondiale e l’avvento della televisione.
Il racconto di una vita, originale, ripercorrendo le tappe più significative della propria esistenza. La passione per il gioco del calcio, sbocciata per puro caso e incentivata dal padre, quella per il più elitario tennis, anch’essa nata per pura combinazione e in età più matura. Il matrimonio e il successivo innamoramento nei confronti dell’arte cinematografica, esplosa anch’essa per un episodio fortuito. Sono gli anni dei vari Visconti, Rossellini, Fellini, De Sica, quelli d’oro del cinema italiano, apprezzato e amato nel mondo. Ma Casimiro, il protagonista, non disdegna anche registi di fama altrettanto internazionale come René Clair e John Ford.
80 pagine ben scritte e piacevoli da leggere, per rivivere emozioni di un tempo che ormai sembra passato. Pier Francesco Mannaioni nasce a Firenze il 27 giugno del 1932 e si diploma al liceo classico nel 1950. Laureato in Medicina e Chirurgia, con lode, nel 1956, si specializza in Malattie Cardiovascolari e Reumatiche e negli anni svolge la professione di libero docente in Farmacologia e Tossicologia, di cui diventa professore ordinario nell’Università degli Studi di Firenze, dal 1975. “Storie di Casimiro” non è la sua prima pubblicazione. Sempre con la BookSprint Edizioni, ha infatti pubblicato “Vita di Casimiro” e “Storie di Umberto M”.
“Vita di Casimiro” (126 pagine) è il racconto di vita di un uomo giunto ormai in pensione e della sua famiglia, simile a molte altre, ma diversa nei suoi frammenti. Insegnamenti di una persona saggia e sofferente per l’età senile sopraggiunta. Un libro contro la guerra, combattuta con il computer, lo strumento che domina da oltre un decennio le nostre vite.
“Storie di Umberto M” (270 pagine), invece, è la riproposizione letteraria del film “Umberto D”, scritto e diretto da De Sica e Zavattini nel 1952. È la descrizione romantica e dolce della vita di questo personaggio, Umberto, dipendente per trent’anni in un ministero, fino alla pensione, e protagonista della pellicola.