«Avvicina tutti ma non lasciarti avvicinare!» È con questo ammonimento che Luigi Ottone, maresciallo maggiore dei Carabinieri, si appresta al trasferimento nella calda e assolata Sicilia. Il 17 luglio di quasi ottant’anni dopo l’unità d’Italia, Luigi diventa comandante presso la stazione dei carabinieri del piccolo centro di Bonaria. Lui, piemontese di nascita e di tradizioni, parte per la sua nuova sede carico di una gran quantità di presagi negativi, derivanti in parte dallo studio delle tesi antropologiche di Cesare Lombroso, in parte dalle esortazioni dei suoi colleghi. Strumento fondamentale per il superamento della diffidenza iniziale sarà l’intelligenza del nuovo comandante il quale, non solo si mostrerà capace di grande apertura mentale, ma anche un ottimo esponente delle istituzioni. Il suo interesse verso un confronto serio ed equilibrato con tutti gli abitanti di Bonaria lo spingerà a disquisire di argomenti particolarmente gravosi. Parallelamente all’esistenza delle leggi scritte, statali, il maresciallo apprende dai racconti dei personaggi locali la consuetudine ad un atteggiamento ossequioso verso la regola non scritta del rispetto. «Lo Stato in Sicilia si manifesta con una burocrazia boriosa e rapace che svolge la funzione del conquistatore nella colonia. I burocrati non sono cambiati e ora indossano la divisa fascista ma la loro funzione mantiene la durezza di uno Stato dispotico che non ci convince e non ci conviene.»
È nelle parole dei personaggi locali che dialogano col comandante che l’autore pone in luce temi di modesto spessore: il senso dello stato, il rispetto delle tradizioni, il rapporto dei siciliani verso la legge e, soprattutto, Aldo Lo Re dà voce a quella parte di siciliani che condanna aspramente il Risorgimento, quale invasione non desiderata. Nell’esposizione armonica delle parti, espressa con una varietà linguistica che varia dell’italiano colto e raffinato alla nobiltà dell’informalità dialettale, l’autore regola la costruzione narrativa nel pieno rispetto del principio del contradditorio tra le parti. Affida al lettore, ammaliato dalla cura con cui si dedica alla descrizione degli ambienti e delle tradizioni isolane e dalla ricchezza caratteriale dei personaggi, l’analisi ed il giudizio finale sui fatti esposti nelle 216 pagine del romanzo.
Non è azzardato sostenere che sia la Sicilia la vera protagonista del romanzo di Aldo Lo Re, rispettabilissimo esponente della carta stampata nazionale che, nell’ omaggiare la sua terra attraverso una prosa stilisticamente apprezzabile, regala ai lettori degli scrupolosi approfondimenti storici.