Il romanzo narra la storia d’amore tra due giovani ungheresi, József e Cecilia, conosciutisi in una calda mattina di fine estate del 1913. Lui è un militante dell’esercito magiaro, lei sogna di entrare a far parte del corpo di ballo dell’Opera di Bucarest. L’incontro è sconvolgente e il sentimento così forte che il fidanzamento e il matrimonio sono semplici conseguenza del loro grande amore. Ma sullo sfondo si preannuncia una lunga guerra, talmente ampia da passare alla storia come la Prima Guerra Mondiale.
József parte per il fronte mentre la sua donna, per tutti Cili, si trasferisce nell’ospedale militare come crocerossina volontaria. Entrambi hanno così occasione di partecipare attivamente al conflitto, conquistando, giorno dopo giorno, la stima e la fiducia di colleghi e conoscenti. Ma la prova più grande è la distanza. I chilometri e le bombe che li separano metteranno a dura prova il loro amore, così come la scomparsa di lui, ma il fato ha per loro un progetto diverso. Riunitisi alla fine del conflitto, sarà la Seconda Guerra Mondiale a decretare la loro morte e la separazione terrena, ma József e Cecilia sono anime destinate a stare insieme per sempre…
Di origini pugliesi, Pierluigi Cozzoli nasce nel 1951 e porta avanti i suoi studi al liceo classico e poi in Giurisprudenza a Roma, dove tuttora vive con la moglie e con la sua inseparabile pipa. Ama moltissimo la letteratura, specialmente autori italiani e stranieri tra i più rappresentativi della cultura mitteleuropea del primo Novecento.
Le 248 pagine di “Un Ussaro, un destino”, non sono la sua prima opera (“Fuga da Brema”, Enter Edizioni 2011), ma sono certamente il frutto di una crescita personale e culturale (evidenziata da un linguaggio dettagliato e particolareggiato) che ha portato Pierluigi Cozzoli ad inserirsi nella tradizione dei grandi scrittori di racconti di ussari, proprio tipici degli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900, aggiungendovi aspetti più ampi che riguardano spunti di carattere storico, filologico, politico, filosofico ed esoterico.