Chi è Carmela Pezzullo vedova Fiorito? È l’interrogativo che tormenta Carlo Bassini, professionista si successo nel mondo della finanza milanese e che, nel totale sconcerto, ignora l’identità della donna senza comprende la ragione per cui debba partecipare all’apertura del testamento della stessa. È l’eccentrico notaio Giuseppe Giannuli a sciogliere, almeno in parte, l’enigma; presso lo studio notarile ubicato nella città di Salerno Carlo scopre di essere l’unico erede dei beni della donna. Gli oltre mille chilometri che separano Carlo da Marina di Camerota, sede della sua nuova proprietà, infittiscono il mistero per la cui soluzione definitiva è necessario, non solo stabilire il legame con Carmela Pezzullo, ma soprattutto scoprirne l’identità. Il viaggio della conoscenza di Carlo si snoda così sul binario del tempo e dello spazio.
«La Freccia Rossa correva veloce, attraversava campi, superava colline e montagne, abbandonando paesaggi che in una manciata di secondi passavano dal futuro al passato. Milano – Salerno, cinque ore e mezza.» Allo spostamento fisico lungo lo stivale d’Italia corrisponde uno spostamento temporale di circa settant’anni. In un intrico di vicende si annodano le esistenze dei tanti personaggi che agiscono all’interno del romanzo, e che, da protagonisti, narrano i fatti in prima persona. Il solido impianto narrativo, la scelta di un buon registro linguistico e l’efficacia dei discorsi diretti facilitano l’ingresso del lettore nella dimensione del mistero fino alla soluzione finale.
Enrico Gandolfini racconta con maestria un’originale storia d’amore. Non nuovo ad impegni letterari, dopo le pubblicazioni degli ultimi anni (“Il Viaggio”, 2005. “Quando gli ulivi scendevano a mare”, 2009. “Nitrato d’argento” 2006, “La caverna dell’orso” 2007, e “Il giallo Polacca in La bemolle maggiore”, 2011, tutti editi da Marco Serra Tarantola) si impone nel panorama letterario come buon romanziere.