40 pagine per raccontare le drammatiche disavventure del piccolo Giò, il cagnetto protagonista del libro. Solo e abbandonato, Giò dovrà farsi forza e proseguire sul suo cammino per poter sopravvivere in un mondo dove tenersi in vita è sempre più difficile. Una storia di abbandono, di solitudine, di sofferenza, come se ne sentono tutti i giorni ai telegiornali. Cani presi, regalati, sedotti e poi lasciati perché frutto di un vizio del momento, di un capriccio.
Ma quella di Giò è una storia a lieto fine. È la storia di un cucciolo che viene trovato da una famiglia che lo accoglie con amore e dedizione, coccolandolo e prendendosene cura. È la storia di un cagnolino che ritrova il suo padrone ma che, nel frattempo, ha capito cosa sia il calore di una famiglia che gli vuole bene davvero e che non lo abbandonerà mai.
Portato infatti dal veterinario per essere curato ad alcune ferite alle zampe, Giò viene notato da un conoscente del suo vero padrone che, avvisato, subito accorre per recuperare il cagnolino smarrito. Giò è stato fortunato, Giò ce l’ha fatta. Ma non sempre questo accade. Anzi, più spesso, i cani abbandonati e non abituati a vivere per strada finiscono sotto una macchina, investiti e schiacciati dagli stessi esseri umani che dovrebbero essere i loro migliori amici.
È per questo motivo che Emanuela de Virgilio, nata a Mentana (provincia di Roma) nel 1967 e parrucchiera nella vita, ha voluto raccontare di questo ritrovamento scrivendo il libro che per lei rappresenta l’esordio nel panorama letterario italiano. Da sempre amante degli animali e della scrittura, infatti, Emanuela ha unito queste due passioni con precisione e premura al fine di esprimere una duplice morale: ammonire coloro che abbandonano gli animali ma anche ricordarci quanto sia incondizionato il bene che questi ultimi sono capaci di dare alle persone