In “Scritti dalla soffitta” (126 pagine) l'autore tratta la materia modellandola su ispirazione di eventi realmente accaduti. Giuseppe Bellucci, nell'abbandonarsi alla forza della memoria, dà nuova vita ai ricordi, rievocati affinché siano eredità per le generazioni future. Dall'alto degli anni della maturità, lo scrittore sembra voler analizzare con saggia tenerezza la velocità di un tempo trascorso. Da qui i racconti si sviluppano spontaneamente, i pensieri si susseguono secondo un impeto rapido e naturale. Giuseppe Bellucci accompagna il lettore in una sorta di viaggio nel tempo, le riflessioni sui legami sentimentali, amorosi o amicali, sulle differenze tra generi e sull'importanza dello scambio generazionale, sono le principali soste di questo andare. Nell'estrema semplicità dello stile e del linguaggio emerge la personalità dell'autore, da sempre ricca di suggestioni coltivate nel tempo. Nell'invito alla pratica della positività è la sintesi del messaggio dei brevi racconti. «Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi dei propri guai e della propria sfortuna, chi abbandona un progetto prima ancora di iniziarlo, chi per paura non fa domande sugli argomenti che non conosce.»
Si stimola il lettore ad una compiuta gestione di sé, concretizzata nel coraggio di un agire privo di ogni forma di timore verso eventuali disapprovazioni altrui, personali inadeguatezze o qualsiasi altra interferenza la vita prospetti. «... se riesci a fermare il tempo, riempirlo di tanti piccoli momenti, che pian piano si trasformano in immagini uniche e indelebili... Allora tu hai tutto ciò che più conta… SEI UN UOMO»