«L’Italia aveva sottoscritto la Convenzione del 1992 sul mutamento climatico, dovuto anche alle emissioni umane ad effetto serra, ma non riusciva ad osservare i limiti posti dal Protocollo di Kyoto: quali erano, in concreto, le cause economiche di questo ritardo? Quali i settori frenanti? Che cosa stavano realizzando le imprese in questa materia?» L’autrice, fortemente impegnata nello studio ed analisi delle cause che hanno portato ai mutamenti climatici, si interessa di questo tema fino a diventare parte attiva nello studio di esso e a voler rendicontare le sue analisi in questi libri di interesse culturale, sociale ed anche politico. Perché questi sono argomenti che hanno avuto un riscontro in molti ambiti della società moderna e contemporanea. Pinuccia Montanari è parte attiva in un settore di fondamentale importanza per lo studio e l’analisi della cultura ambientalista nel nostro paese e con questo libro, oltre ad evidenziale la sua passione, cerca di indirizzare i lettori verso una tematica importante a livello mondiale.
Laureata in filosofia, giurisprudenza e giornalismo, la nostra autrice si occupa da anni d’informazione e ambiente. Si ricordano le sue numerose partecipazioni alle conferenze relative a questo tema; quali la Conferenza sull’ambiente di Rio de Janeiro nel 1992, a Rio+10 nella città di Johannesburg nel 2002, alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici di Parigi del 2015. I suoi impegni sono importanti e di prestigio, ricordiamo infatti che ricopre il ruolo di presidente dell’Ecoistituto di RE e Genova, coordinatrice del Forum per la democrazia ecologica dell’Icef (International Court of the Environment Foundation), presieduta dal Magistrato di Cassazione Amedeo Postiglione; è stata componente dell’Osservatorio Nazionale Rifiuti e assessore ai parchi storici e decrescita del Comune di Genova dal 2009 al 2012 con Marta Vincenzi. Attualmente lavora presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dov’è responsabile del Progetto sostenibilità ambientale, svolge attività di docenza nell’ambito del Corso di information literacy “Le fonti di informazione ambientale”.