Il volume, 304 pagine, affronta il difficile periodo della vita della pensione. Dopo un'esistenza passata a lavorare in fabbrica, sempre indaffarato, l'autore arriva alla tanto agognata "terza età", dopo ben 42 anni e 7 mesi di attività. È il momento di fermarsi a riflettere, di ragionare e capire il senso della fatica, che rende l'uomo logoro ma ricco di dignità. Non è facile trovare un lavoro, ancor di più mantenerlo. Nel testo ci sono dunque aneddoti e storie per provare a comprendere cosa si deve fare e non si deve fare per restare sempre sulla cresta dell'onda. Umiltà e buona volontà devono essere i capisaldi dell'attività lavorativa, lamentarsi serve a ben poco.
Mario Giovanni Galleano, nato a Carmagna Piemonte, in provincia di Cuneo, nel 1953, ha da sempre lavorato in fabbrica e ora che è in pensione, dal 1° giugno 2015, ha deciso di dedicare tutto il suo tempo alle passioni che da sempre lo accompagnano: musica, disegno e scrittura. Sempre alla ricerca di nuove emozioni, annota tutto sul tablet, per poi trasformare gli appunti in libri. "42.7" è infatti il suo quinto romanzo con la BookSprint Edizioni, il primo che però abbandona le riflessioni filosofiche per soffermarsi sulla storia e sui racconti concreti e reali. In precedenza ha infatti pubblicato "Le mie stagioni" (284 pagine), "Voci dalla terra" (446 pagine) e "Voci dall'infinito" (456 pagine), trilogia in cui medita sul senso della vita e emergono l'ansia per la vita stessa, la terra e la natura, sempre più maltrattate. Anche se dalla sua penna trapela sempre una speranza di realizzazione, di riuscita, che passa però attraverso la tenacia di proseguire il proprio viaggio per raggiungere la meta. "Il dono del cuore" (388 pagine) è invece la storia dell'infarto, che gli ha cambiato in parte la vita, della degenza e della consapevolezza che bisogna avere rispetto di se stessi e del proprio corpo.