In un secondo momento il dialogo sarà proprio fra le due donne, a loro il compito di cambiare argomenti mantenendo però lo stesso stile. Di stile si dovrebbe parlare sempre in maniera molto personale, ma non si può prescindere, analizzando quello di Claudio Cajati, dalla sua “napoletanità”. È tangibile, corporea, esce con prepotenza, ma con infinita eleganza in quello che oltre che essere un libro ironico è anche un libro che fa riflettere all’insegna della forse più grande lezione che Napoli sa darci: un sorriso nasconde qualche volta una grande amarezza.
Claudio Cajati classe ’47 è un napoletano del segno dei pesci, architetto ormai in pensione, è stato docente a Napoli presso la Facoltà di Architettura della Federico II dal 1973 al 2008, gattofilo sfegatato e animalista. Ama l’arte e la letteratura in genere e ha già scritto svariati romanzi e racconti ma con “Botta e risposta” ha dato sfogo a quella parte latente e presente in ognuno di noi e che non sempre può venire fuori: il gusto dello sberleffo. Spesse volte capita ad ognuno di noi di non avere la risposta giusta al momento giusto, quella risposta che ironicamente abbiamo dopo, quando non occorre più. Claudio Cajati, siamo sicuri, questo problema non se lo pone.
“Botta e risposta” è un dialogo in cui non hanno importanza chi siano i personaggi, non importa dove si trovino, né cosa stiano facendo, “Botta e risposta” è un puro flusso di comunicazione, di ossimorica e spasmodica ricerca dell’opposizione con poche, pochissime regole: ogni frase sia breve, abbia un tono ironico e aggressivo, sia al limite del demenziale e del paradossale.