Circa 240 pagine per un romanzo dalla trama intelligente e sorprendente, da leggere tutto d'un fiato.
Ci troviamo a New York, la città della grande mela. Le vicende cominciano nel 1977, a luglio. Durante un blackout, una donna si rintana in un night club. Nella penombra, tra musiche e corpi suadenti, incontra un uomo affascinante. Dopo nove mesi, fuori ad un convento, viene ritrovato un bebè appena nato. Passano gli anni e, quasi alle soglie del 2000, una serie di omicidi sconvolge la vita della comunità locale e degli agenti che seguono il caso. Né CIA né FBI sembrano capirci molto, e il sanguinoso enigma prosegue, mentre le ricerche si concentrano su una possibile pista a sfondo religioso.
Sono il tenente italo-americano Franck Di Leo e il sergente Elia Olmes della omicidi a condurre le indagini ma, mentre la strada più plausibile sembra quella del serial killer, il ritrovamento di un diario cambia le carte in campo e man mano sempre più segreti affiorano agli occhi dei due poliziotti. Complotti politici e connivenze insabbiate iniziano finalmente ad uscire allo scoperto e, quando la verità sembra ormai venire a galla, ecco che il tenente si dimette, venendo accusato di omicidio. In fuga, toccherà a lui trovare il bandolo della matassa per riuscire a far tornare pulito il proprio nome.
Nato da genitori italiani a Gonesse, nella Val-d'Oise, in Francia, il 24 gennaio del 1965, Giuseppe Di Battista si diploma come geometra a Torino, città dove si trasferisce da giovane e dove tuttora risiede. Dopo gli studi, lavora per sei anni nella grande azienda della Fiat, svolgendo diverse mansioni, prima di trasferirsi, dopo la morte del padre, in un magazzino di ricambi. Sposato e con un figlio, inizia a sentire dentro di sé la mancanza di risposte. La fine prematura del padre per un male incurabile lo porta, perciò, ad intraprendere un percorso spirituale che lo avvicina alla New Age, attraverso le letture di "La profezia di Celestino" e "L'alchimista". In quegli stessi anni la sua penna è ispirata e l'istinto della scrittura, insito in lui sin dalla nascita, emerge con più forza, avvicinandolo al mondo della produzione narrativa. Lettore avido di thriller, non poteva essere che questo il genere scelto per i suoi primi romanzi. Incomincia con "Il sapore della notte", a forte tinte noir, per poi proseguire con "Specchietto per le allodole". Da quel momento in poi inizia il periodo delle auto-pubblicazioni, prima delle quali è "L'alba di un giorno nuovo". Ma è l'invito proveniente da una nota casa editrice a migliorare "Specchietto per le allodole" che lo porta a cercare qualcosa di diverso, trasformando anche il titolo del suo romanzo che diventa "Blackout: tutto ebbe inizio quella notte".
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