Gli scout letterari svolgono un ruolo di intermediazione tra le case editrici e gli scrittori e il loro obiettivo è proprio quello di mettere in contatto un autore, che ritengono promettente, con la casa editrice che più si avvicina, per le sue pubblicazioni, al mondo dello scrittore. Un ruolo di intermediazione che si rivela fondamentale perché sono sempre meno le case editrici che scelgono da sole i titoli da pubblicare e sempre di più quelle che si avvalgono del lavoro di queste persone. Gli scout letterari devono, quindi, conoscere molto bene il target cui la case editrice si rivolge per proporgli titoli che possano rispecchiare i gusti del suo pubblico.
Gli scout sono, molto spesso, figure esterne alle case editrici e lavorarono per conto di agenzie letterarie o in autonomia. La qualità principale che un buono scout deve possedere è il fiuto e la capacità di capire prima degli altri quale elaborato può raggiungere il successo di pubblico e di critica e diventare un bestseller. Lo scout letterario è alla costante ricerca, quindi, di nuovi scrittori e i luoghi ideali dove poterli cercare sono gli eventi editoriali che, costantemente, vengono organizzati nel mondo dell’editoria. Fiere, saloni del libro, concorsi letterari che, spesso, ospitano sezioni dedicate proprio agli aspiranti scrittori, i quali partecipano sperando di essere notati. C’è anche chi però, tra gli scrittori, si rivolge direttamente agli scout letterari. In ogni caso, lo scout legge i manoscritti che gli vengono presentati e decide cosa farne. Le strade che si prospettano davanti a lui sono tre.
- Se ritiene che il romanzo o, ad esempio, una raccolta di poesie siano già buoni per essere pubblicati li propone ad una casa editrice e, in particolare, al direttore editoriale che stabilisce la linea da seguire e decide se un autore può entrare a far parte della loro grande famiglia editoriale.
- Se, invece, ritiene che il lavoro presentatogli non è pronto per la pubblicazione ma ha intravisto nello scrittore una potenzialità che può essere sviluppata in futuro, stabilisce con lui un rapporto di lavoro, aspettando che affini le sue capacità e la sua scrittura per arrivare alla stesura di uno manoscritto che qualche casa editrice possa poi pubblicare.
- Infine vi è l’ultima possibilità, la peggiore dal punto di vista dello scrittore. Lo scout letterario non trova negli elaborati e nella scrittura degli autori nessuno spunto originale e quella creatività tale da proporli ad un editore.
Ma il lavoro dello scout letterario non finisce qui. I suoi rapporti non si esauriscono soltanto con gli scrittori del proprio Paese. La sua ricerca si estende anche oltre i confini nazionali. Il suo compito è, infatti, quello di proporre alle case editrici autori stranieri che hanno già pubblicato in altri paesi e farne acquisire i diritti. Un lavoro in apparenza banale ma che rivela diverse difficoltà. Non basta, infatti, scegliere un libro che ha venduto molte copie all’estero e sperare che duplichi il suo successo anche nella propria patria.
Un attento scout sa che deve tener conto dei gusti del pubblico a cui intende riferirsi e proporre solo quei libri che in qualche modo li soddisfano.