Il concetto di libro digitale usato è ancora un’idea difficile da comprendere per il mondo della pubblicazione letteraria e tante sono le polemiche scatenate da questa nuova iniziativa, legate soprattutto al commercio editoriali e alla conseguente creazione di un mercato parallelo a quello degli e-book “nuovi”. Il sistema consisterebbe nella cessione dei diritti di possessione del file, o meglio nel loro trasferimento al nuovo proprietario, con relativa eliminazione di ogni loro residuo nei supporti tecnologici di quello precedente. Questo sarebbe possibile con l’aggiunta all’interno del file DRM che solitamente accompagna e-book o MP3 dei dati relativi al proprietario fisico del file che verrebbero poi successivamente modificati in base a quelli del nuovo proprietario.
Un vero e proprio “passaggio di proprietà”, come l’acquisto di un immobile o di un’auto di seconda mano. Poco spazio, dunque, al concetto di “libro usato” al quale siamo abituati: file di bancarelle ricolme di tascabili spiegazzati e ingialliti tra cui scovare il romanzo semisconosciuto che diventa una piacevole scoperta; l’odore delle mani che hanno sfogliato quelle pagine prima di noi, il profumo dei posti che quel libro ha visto e visitato e di cui porta l’impronta silenziosa; i segni del tempo e quelli dell’uomo, le piccole orecchie per ricordare il traguardo raggiunto e il punto da dove ricominciare per la prossima lettura, le righe sottolineate a matita per incidere nella testa parole dal significato importante; il mistero che avvolge chi quel libro ha posseduto prima, della sua storia.
Rinunciare alla poesia per guadagnarne economia, sembra essere l’imperativo delle digitalizzazione estrema a cui andiamo incontro e, mentre i prezzi si abbassano e le case editrici e i nuovi scrittori sono già pronti a dichiarare guerra a questi sbocchi commerciali imprevisti, inarrestabile avanza il progresso, invadendo e modificando la tradizione, offrendo nuovi punti di vista, smaltendo, velocizzando, semplificando, offrendo risparmio e conservazione eterna di materiali destinati a logorarsi e consumarsi,portandosi via un po’ di fantasia e quel pizzico di fascino che ogni lettore di libri usati ha da sempre provato.