Un thriller, una situazione incomprensibile, le tessere di un puzzle che sembrano non combaciare. Questo è il quadro narrato da Mariella Nicola nel suo primo romanzo “Come sepolto in un mare di sabbia”. Il libro pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è fruibile sia nel classico formato della brossura cartacea che nel moderno formato elettronico dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io insegno lettere al liceo linguistico. Amo il mio lavoro e lo svolgo con l'entusiasmo di chi comprende gli adolescenti e i loro travagli e questo mi facilita il compito e mi rende popolare presso i miei allievi. Forse sono un'adolescente datata, in fin dei conti. La mia prima passione è il teatro: sono formatrice teatrale, dirigo un laboratorio molto frequentato da vent'anni e scrivo i testi per gli spettacoli di fine corso, traendoli da romanzi famosi di cui curo la riduzione in forma di copione. Il mio interesse per la scrittura creativa deriva da questo lungo esercizio e da una vita che, negli ultimi tredici anni, è stata costellata da molti dolori, delusioni e malattie. La scrittura mi ha salvata: per cui la considero un dono meraviglioso della Natura da coltivare con molto rispetto e altrettanta umiltà.
I dissidi interiori e i malesseri fisici di una madre e moglie che alla soglia della maturità si riscopre donna. Il nuovo libro di Ubaldo Busolin, “I miei anni e tu”, edito dalla BookSprint Edizioni (e-book disponibile), racconta il viaggio di Gaia alla scoperta del proprio inconscio, della sua vera personalità che la renderà diversa, una donna nuova.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato nel Veneto, da famiglia contadina, ma sono poi approdato a Milano dove mi sono laureato in Scienze Biologiche nel 1974. A Milano ho sposato una compagna di studi e, dopo una parentesi come ricercatore, insieme ci siamo dedicati all'insegnamento. Io al Liceo Scientifico, lei prima alle medie poi come Preside. Da poco siamo in pensione. Pur di formazione scientifica, ho coltivato per diletto narrativa e poesia, partecipando anche a diversi concorsi. L'esigenza di trasmettere nello scritto stampato il "vissuto di dentro" è diventata concreta alla fine del secolo scorso, con una pubblicazione (“Corrispondenze”, ed E. Elle 1999) che riportava, in forma di racconto, episodi vissuti coi miei studenti oltre la cattedra.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Spinazzola, un piccolo centro agricolo della provincia di Bari: qui ho vissuto sino all'età di otto anni quando, in seguito alla perdita dei miei genitori, ho continuato gli studi in collegio in un paese della provincia di Frosinone. Qui si è svolta la mia vita (matrimonio, lavoro). Ho due figli e due nipotini e, da poco ho festeggiato le nozze d'oro. Attualmente vivo a Roma, ma quando mi prende la "sindrome delle orechiette" torno volentieri al paese natio per rapide e corroboranti visite. Penso che la decisione di diventare scrittore sia dovuta al desiderio di descrivere per gli altri fatti e personaggi della vita paesana.
Domenico Silvestri è l’autore di un testo ricco in cui si ha l’impressione di leggere l’intera storia del proprio Paese. “La pentola comunista” raccoglie infatti 5 interessanti racconti che dimostrano che le trasformazioni politiche e sociali che stiamo affrontando oggi si sono già verificate in passato. Il libro pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è fruibile sia nel formato cartaceo, che nel formato e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Comincerò dall'ultima domanda. Ho deciso di diventare scrittore quando mia figlia Alice ha cominciato ad andare a scuola, certo non pensavo di diventare scrittore, ma ho ripreso a scrivere e questo per me uno scrittore deve fare, scrivere. Tamite la scrittura cercavo di trasmettere a mia figlia i veri valori attraverso favole che poi le raccontavo la sera prima che si coricasse e questo è andato avanti finché alice ha creduto nelle favole. Rispetto le mie origini vengo da una terra l'Emilia, e da una città Modena piena di contraddizioni ma anche di opportunità alla quale sono molto legato e che amo. Nella vita mi sono interessato di tante cose ma la cosa che sento più mia è il mio mestiere di intermediario che ho svolto con devozione fin tanto che mi è stato possibile, fino a che non ho conosciuto Giulia la mia attuale compagna.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato il 06 Gennaio 1931 a Nicosia (En) antico e operoso centro della Sicilia crocevia di tutte le civiltà che si sono succedute nell'isola. Dall'età di circa tre anni ho seguito la mia famiglia a Trapani e poi a Milano. Per volere dei miei genitori ho trascorso il periodo della guerra presso i nonni materni a Gangi. Dai miei antenati ho ereditato la passione per le scienze e la letteratura che ho coltivato nel corso degli studi. Nel lungo percorso della mia vita ho subito disagi e opportunità che il trascorso secolo ci ha apportato. Conseguita la laurea in farmacia ho esercitato per alcuni anni la professione, assunto poi da una casa farmaceutica come farmacologo ho avuto modo di girare il mondo. Messomi in quiescenza ho dedicato il mio tempo libero alla narrativa.
Alberto Grosso è l’autore di “Sotto il cielo di Galilea”, un romanzo storico-biblico che si presenta come una rivisitazione della vita di Gesù. Il libro pubblicato dalla Giovane casa editrice BookSprint Edizioni, è fruibile sia nella classica veste della brossura cartacea, sia nella più moderna veste del formato elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È un bisogno. Ho il vizio di scrivere. Qualunque genere anche traduzioni dal latino. Mi sono i9nteressato alle Georgiche di Virgilio, ormai dimenticate. Mi sento coinvolto specialmente nella narrativa. Ho scritto anche delle biografie. L'ultima biografia che mi ha emozionato riguarda un missionario, mio compagno di studi, morto in Kenia: un seme fecondo in un terreno fertile che produce frutti di pace.