Nel 2000 sono approdata nelle Marche credendo che la realtà fosse ben diversa da quella della Sardegna, ma l'età avanzata era il mio handicap per avere l'accesso al mondo del lavoro, perciò molto presto mi ritrovai catapultata nel mondo dell'anziano scoprendo così un mondo fatto di tristezza e di abbandono. Il comune di Sant' Elpidio a mare mi ha concesso un'autorizzazione per 6 persone, ma bel presto sono accorta che la realtà era ben più tragica. Ho cominciato così ad approfondire la mia conoscenza sul sociale rendendomi conto che le normative vigenti erano state fatte non considerando le esigenze delle persone ma gli interessi dello Stato, creando in questo modo situazioni umiliazioni e abbandoni nei confronti di coloro che avevano lottato per regalarci un futuro migliore dal loro. Vivendo con loro ho capito le varie problematiche e per questo da tanto tempo attraverso la stampa e la corrispondenza ho invitato chi di dovere a prendere provvedimenti senza però riuscirvi. Da qui la necessità di scrivere il libro dove lamentare l'inefficienza di un governo "passivo" che vede morire il suo popolo senza muovere un dito. Spero sia un invito alla solidarietà per i cittadini e un monito per le istituzioni.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso, ogni momento è buono, dipende dal tempo disponibile. La mia giornata inizia in struttura alle 07,00 del mattino per terminare alle 20,00 della sera per 365 giorni l'anno.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Da prima avevo più tempo per la lettura e tutto mi andava bene se era un buon libro altrimenti lasciavo perdere se mi annoiava. Ora leggo solo libri che si occupano della realtà odierna e il più letto è Bruno Vespa.
4. Perché è nata la sua opera?
Per la voglia di veder cambiare e lavorare il settore sociale tanto decantato dalle istituzioni che sinceramente mi sa tanto di presa in giro. Certamente questo libro non smuoverà gli animi di quelle personalità politiche, ma io continuerò ad attaccarle sino a smuovere le loro coscienze o aspettare che domani possano loro far parte di questo mondo emarginato.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Più che tantissimo. Il contesto sociale nel quale tutt'ora vivo è ormai diventato l'aria che respiro, la mia vita, le mie giornate...
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Certamente un modo di raccontare la nostra realtà!
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non mi piace raccontarmi, anche perché penso la mia storia non possa suscitare interessare perché sarebbe una storia simile a tante altre, fatta di tanti momenti sereni e momenti di difficoltà, così come tutti, e a noi spetta il modo di venirne fuori!
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Senza dubbio. Senza i miei anziani, senza i miei "vecchietti" cosi come li chiamo io e come piace a loro essere chiamati, non ci sarebbe stato nessun libro.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia figlia Daniela ha acquistato la prima copia con grande commozione.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Potrebbe sicuramente dal momento che ci troviamo in continua evoluzione.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto interessante soprattutto per chi ha problemi di affaticamento della vista (come me)!