1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Tra leggere e scrivere, ho sempre preferito scrivere. E anche leggere mi appassiona (far di conto, invece, non mi ha mai interessato).Scrivere una storia di fantasia è per me un piacere immenso, mi diverte creare delle situazioni difficili e intricate e trovare delle soluzioni possibili e impreviste. Ho sempre raccomandato ai miei alunni di preparare una scaletta degli argomenti e di attenervisi, per ottenere lavori equilibrati e coerenti, ma io non sono mai riuscita a seguire questo buon consiglio. Non ci ho nemmeno mai provato. Mentre scrivo, affiorano nuove idee, quelle iniziali si precisano o si modificano, spuntano collegamenti inaspettati, e io mi lascio trascinare, felice, dalle parole che si formano sotto le mie dita che battono veloci sulla tastiera.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata in Basilicata, in uno dei cento Paesi più belli della Lucania. Nata e cresciuta in una famiglia di contadini fino a diciotto anni. Sono la maggiore dei tre figli, in campagna lavoro duro per tutti, non avevamo strade, né acqua, né luce. La povertà era padrona della vita, i mie genitori entrambi analfabeti, per noi figli il destino era quasi identico ma per fortuna sappiamo leggere e scrivere quel po' quanto basta per scrivere. Per andare a scuola non c'era possibilità di comprare il materiale scolastico, ricordo che per comprare i quaderni e il pennino e calamaio e tutto il resto bisognava aspettare che le galline facessero le uova si faceva a scambio merce. Non ho cultura scolastica. A diciotto anni mi sono sposata e sono partita per il nord, mi sono ambienta molto bene, ho sempre lavorato fini a conquistarmi il meritato riposo.(la pensione). Sin da bambina il mio sogno era studiare, non è andata così, la vita mi ha tolto tanto, ma mi ha dato la cosa più bella: i miei figli.
L’Io e la problematica di affrontare la vita. La complessità di non soccombere, di aiutarsi da soli e ritrovare la serenità. La poesia può essere di grande aiuto, con la sa simbologia e le sue parole che toccano i meandri più nascosti dell’animo umano. Rossella Martini è l’autrice di “Saluti dall’oblio” una silloge poetica pubblicata dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel doppia versione del libro digitale e del volume in brossura, tipici della giovane casa editrice di Vito Pacelli.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo e dipingo praticamente da sempre, quindi non saprei immaginare la mia vita senza carta, penna, inchiostri e colori. Chiaramente, quindi, penso che "fare arte", "creare", sia una cosa naturale, necessaria come respirare, ed emozionante come... intuire l'anima del mondo, decifrarla e interpretarla con il proprio personalissimo stile. E la gamma di ciò che si prova, specialmente scrivendo poesie, è infinita: penso sia analoga a quella che si potrebbe provare se si potesse fluire nell'universo e nel tempo senza i limiti del corpo!
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato (ma è un dato esclusivamente anagrafico) a L’Aquila, città ferita, fiera delle sue identità e vogliosa di riscattarle. Il resto del tempo, prima della piena maturità, l’ho trascorso a Bussi sul Tirino, piccolo centro industriale in provincia di Pescara. La maturità a Chieti e la laurea a L’Aquila sono state il viatico per il trasferimento in terra bergamasca. Ho insegnato Scienze dell’alimentazione per trent’anni all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme, prestigiosa sede storica della formazione nell’ambito dell’accoglienza e dell’ospitalità. Durante gli anni della docenza attiva non ho trascurato l’attività editoriale nel campo della alimentazione/nutrizione e della metodologia didattica. Oggi sono in quiescenza, un modo elegante ed ipocrita per dire pensionato. Ho molto tempo, quindi, da dedicare alla scrittura, autentica e mai sopita passione. Questa condizione, tuttavia, non fa di me uno scrittore di genere narrativo, mi considero, infatti, uno scrittore-saggista; ma non è detto che non possa cambiare!
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Torino e ho trascorso gran parte della mia vita a Grugliasco. Tra i 6 e i 13 anni ho vissuto a Fiano (TO) e per un anno a Biella, per poi tornare a vivere a Grugliasco dove vivo tutt'ora. Una parte della mia infanzia, dove credo di aver subito una grande influenza sul carattere e più in generale sul mio modo di essere, l'ho vissuta in un paese di campagna molto piccolo. Credo di essere stato molto fortunato poiché i ricordi dell'atmosfera rurale di campagna, così diversa da quella cittadina, sono un patrimonio inestimabile che mi accompagna.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Mi chiamo Meli Efisio e sono nato il 21-07-1940 a Sili, in provincia di Oristano, quarta provincia della Sardegna. Figlio di Giovanni e di Porru Maria, nati entrambi nel 1910 a Sili. Mio fratello Maggiore, Francesco, professore di lettere e italiano, insegnava al Liceo Classico Del Castro ad Oristano. Una delle mie sorelle, Maria è suora del Sacro Costato è chiamata Suor Maria Fidelis. L’altra mia sorella, si chiama Bona è sposata e a due figlie. Io Efisio, a mala voglia, ho frequentato le scuole elementari. Io preferivo lavorare più tosto di andare a scuola. Oggigiorno, sono cosciente di aver sbagliato, ma ormai è troppo tardi. Dopo essermi congedato dal servizio militare, mi sono trasferito a Milano fino alla fine del 1964, svolgendo il lavoro di muratore, un periodo da non dimenticare. Nel febbraio del 1965 partii in Germania per trascorrere due settimane di ferie, guarda caso dopo cinquanta anni mi trovo ancora in Germania. Non potrei mai dimenticare le difficoltà avute nei primi periodi. Ho dovuto combattere con il freddo, a volte fino a venticinque gradi sotto zero. Quanto scritto sopra ha lo scopo di far riflettere sulle difficoltà sociali, umane e lavorative che un emigrato deve affrontare.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Trieste nel 1948, a quel tempo Trieste era territorio libero ed occupato dagli anglo-americani poi, nel 1954 Trieste è ritornata ad essere città italiana. In passato era stata per 400 anni territorio austro/ungarico. Sono cresciuto in famiglia con mamma, papà ed un fratello di circa due anni più giovane di me. La mia famiglia paterna era piuttosto benestante e godevo in piena felicità ed unità. Quarant'anni dopo, cioè nel 1988 ho conosciuto mia moglie Gianfranca anche lei triestina ed insieme viviamo una felice anche nella nostra vecchiaia e nonostante vari problemi di salute.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono laureato in statistica e ho un master d'informatica. Dipingo e scrivo, abito in un paese della Calabria, Rocca di Neto. Un malessere che mi ha accompagnato durante la mia vita è stata una malattia la depressione, per uscirne ho cominciato a scrivere e a non pensare altro che scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo da Fermo, non esattamente una grande città. Direi che si tratta semplicemente del luogo in cui sono nato e cresciuto, ed è quindi inutile negare che sia un posto a me molto caro, nulla di più, e di certo nulla di meno. Per quello che riguarda la seconda domanda "Come e quando ha deciso di diventare scrittore" la risposta è certo più difficile, diciamo che non è chiaro nemmeno a me del come e del quando io abbia deciso di intraprendere la carriera dello scrittore, anzi, a dirla tutta non sono nemmeno certo di voler scrivere per il resto della mia vita, considerando anche la mia età non esattamente avanzata. Posso dire però una cosa, ovvero che scrivere è senza dubbio una delle migliori cose che io abbia mai fatto, a prescindere dalla volontà di diventare scrittore.