1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Documentare, Tramandare, dire la Verità.
Scrivere è il mio lavoro:
- lo è stato a scuola quando i libri non si potevano comprare;
- lo è stato nel mio ruolo cinquantennale di bibliotecario, di redattore di progetti culturali e di atti amministrativi;
- lo è dal 1968 come giornalista;
- lo è stato dal 2001 quale Segretario Generale di due Comunità Montane.
Scrivere, in ogni settore e in ogni occasione procura emozioni nuove e non sempre positive.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Sicuramente il 50%. Considerato che in questo libro sono state raccontate esperienze di gestioni politico-amministrative di 16 Comuni interprovinciali, di risorse umane avviate al lavoro con progetti di solidarietà e dell’assoluto rigore richiestomi nel ruolo di dirigente pubblico, in uno, con quello di direttore di biblioteca a “mezzo servizio”.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
- Denunciare le scelte sbagliate del legislatore a fronte di interessi inalienabili dei territori amministrati;
- Testimoniare l’impegno di rappresentanti politici, democraticamente eletti dal popolo;
- Solidarizzare con i “giovani” che si affacciano, ancora in uno stato di precarietà, alla pensione, dopo aver dato il meglio per guadagnare stima e professionalità.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Pensato, scritto e mai cambiato. Con l’idea dell’opera è nato anche il titolo, considerato come il nome di una “nuova creatura” venuta alla luce.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La Divina Commedia... per comprendere meglio Peccati e Peccatori.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo, senza dubbio! Sfogliare, sottolineare, tornare alla pagina da approfondire, è certamente un esercizio che favorisce l’apprendimento e la formazione del lettore, processi difficilmente replicabili con lo scorrere di un “freddo” cursore.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mai! Ho scritto molti libri: genere storico, letterario, ambientalistico, turistico, biografico, con il solo scopo di non perdere “memorie” importanti del tempo vissuto; tanti i servizi giornalistici, le corrispondenze, pubblicati su quotidiani, settimanali e riviste in cinquant’anni… Mai pensato alla carriera di scrittore! Attualmente sto lavorando sulle bozze di un nuovo libro di oltre 400 pagine per documentare l’attività della Biblioteca di Crispiano. A Dio piacente è in programma lo “sfoglio” delle numerose “agende di servizio” utilizzate come giornalista, per “aggiornare” la storia politico-amministrativa di Crispiano, dagli anni ’50 in poi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Un pranzo di commiato con i “giovani” delle due Comunità Montane, organizzato sul “confine” delle stesse, in occasione del mio collocamento a riposo. Un desiderio espresso dai commensali, che per oltre trent’anni hanno condiviso con me, ansie e preoccupazioni gestionali di Enti incompresi. Una richiesta accettata, tra un bicchiere e l’altro di buon vino della “Murgia”, pensando però di non riuscire a soddisfarla. Invece il libro, nella sua veste, bella ed elegante, ora è nelle librerie; leggerlo sarà interessante per comprendere le logiche della politica non sempre indirizzate agli interessi delle popolazioni amministrate, ma anche per "sorridere" su argomenti seri.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Grande emozione! Già l’invio della prima bozza da parte dell’Editore ha suscitato molta emozione, pur non essendo la prima esperienza. Nel proseguo del lavoro tale sentimento è cresciuto grazie alla metodologia puntuale e progressiva della Casa Editrice, alla cortesia, precisione, professionalità e suggerimenti di tutta l’equipe di Vito Pacelli, a cui rivolgo un plauso per il riscatto personale e per le capacità editoriali dimostrate.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
- Mio genero Donato Basso che ha sacrificato il suo limitato tempo libero e messo a disposizione la sua alta professionalità di “architetto della rete informatica” di istituti finanziari, per contribuire all’arricchimento del libro.
- Il mio amico giornalista professionista, che ha dato la disponibilità a recensire l’opera, Franco Presicci di Milano - “Premio vita da cronista”, che ha lavorato quarant’anni al “Giorno” ed in altri quotidiani nazionali;
- Mia moglie Silvia, anche lei giornalista e docente di lettere, che ha reso partecipi i cinque figli, Gianpaolo, Marzia, Gabriele, Daniele e Antonella.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Pratico, economico, ma lascio questa novità tecnologica a quanti non hanno mai provato il piacere di avere nelle mani un libro cartaceo, sperando comunque che questa, incrementi almeno la lettura.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta in un paese della provincia di Catania, alle pendici dell'Etna. A Catania ho vissuto un lungo periodo della mia vita, prima da pendolare per seguire il ciclo di studi, fino alla laurea in Pedagogia, poi perché ho sposato un catanese e abbiamo messo su casa a Catania vivendoci per diversi anni e dove sono cresciuti anche i nostri due figli. Adesso non abitiamo più in città, ma i luoghi di cui parlo nel romanzo sono veri.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Un libro Di Enrico Brizzi "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" che ho letto anni addietro e di cui ho visto anche il film... bellissimo. Mi ha affascinato per il messaggio che contiene e cioè che per crescere, si deve andare allo sbaraglio, alla scoperta della vita, con i suoi successi e i suoi errori. Tuttavia consiglierei anche la lettura di opere di grandi autori classici che regalano un buon bagaglio culturale.
Christian La Perna ha soli 14 anni quando si avvicina la modo della scrittura pubblicando i suoi scritti nella famosa piattaforma online Wattpad. Nasce così l’idea di dare alla stampe “Quando il mare mi parlava di te”, un romanzo avvincente pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Christian, ho diciassette anni e vivo a Montelepre, un piccolo paesino della provincia di Palermo. Ho sempre amato scrivere, sin da piccolo, la scrittura è stata colei che mi ha aiutata a crescere, grazie a lei sono maturato e sono diventato la persona che sono oggi. Molti dicono che sono ancora giovane, che non posso capire certe cose, ma io la pensò diversamente, penso che l'ingresso nella scrittura di un giovane adolescente sia un approccio più che maturo. Iniziai a scrivere tre anni fa, per scherzo, e da lì sono nati i miei libri, le mie storie, i miei protagonisti.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dicono che la notte porta consiglio, beh, io amo scrivere la notte. È come se mi eclissassi e ci fossi solo io, come se nessuno potesse disturbare la quiete che mi circonda. Il giorno, per quanto possa essere anch'esso di ispirazione, non lo trovo interessante come la notte.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Roma ma abito a Pomezia da 35 anni, non ho deciso di diventare scrittore, sono state le vicissitudini della vita ad aver deciso per me.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso, a volte mi dedico alla lettura e non scrivo magari per un periodo, comunque di solito è la sera, quando c'è pace e riesco a concentrarmi maggiormente.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Prediligo Alda Merini.
Il cadavere di una giovane ragazza ritrovato dopo un anno dalla sua scomparsa, misteri da scoprire, un’indagine da portare avanti e un colpevole da trovare, insomma una storia da leggere tutta d’un fiato quella dell’ultimo romanzo di Pinuccia Giovine, “Gli abissi del male”, edito dalla giovane Casa Editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e disponibile sia nella tradizionale versione cartacea ma anche nel più moderno ebook.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Io sono stata da sempre un'accanita lettrice, i libri mi hanno accompagnato per tutta la vita e mi hanno fatto provare emozioni grandissime. Scrivere però, è tutt'altra cosa, scrivendo riesco ad estraniarmi completamente dal mondo e i personaggi del racconto prendono vita, io vedo i loro volti, le loro espressioni, li faccio parlare, agire e tutto questo è veramente bellissimo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro "Gli abissi del male" della mia vita reale in realtà c'è molto poco, se non i luoghi di cui parlo, le vigne, le colline, il paese dove si svolge la storia, ma per quanto riguarda il resto è frutto di fantasia.
Tempi eroici e difficili fatti di scioperi, lotte operaie, civili e reclami al diritto di una vita dignitosa, sono gli importanti e sempre attuali spunti di riflessione che emergono dall’ultimo romanzo di Pippo Carrubba, “Il volo della farfalla”. Edito dalla Casa Editrice BookSprint Edizioni e fruibile sia nella versione cartacea che in quella e-book, il libro intreccia la vita privata dell’autore con i grandi eventi politici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della storia italiana e mondiale.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere, è mandare messaggi ai giovani per dire che la vita, quando si vive non è un miracolo ma è una vita di lotte giornaliere, e mai fare del male al prossimo ma dare l'esempio di onestà e lealtà per conquistare la dignità di uomo. Quali emozioni provo? Quello di sapere che ogni libro è un monito d'insegnamento e questo per me è il massimo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È in tutto il libro dalla prima all'ultima pagina, una realtà amara piena di lotte e amarezze, quando si è proletari il padrone si prende la dignità umana e per conquistarla non è facile da realizzarla e allora lotta dura senza paura in quanto i padroni sono sempre nella parte del torto perché vogliono sempre di più come se l'uomo fosse un robot in quanto con un dito premono un bottone e la produzione sale alle stelle e noi non siamo dei robot anche se questi esistono ma hanno sempre bisogno dell'uomo e questo deve essere rispettato e retribuito come dice la Costituzione nell'articolo 36 "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa".
“Questo libro non è né un saggio né un romanzo. Si può piuttosto definire un’oggetto non identificato, esploso dentro un’anima inquieta, con la segreta speranza che possa esplodere pure fra le mani del Lettore.” Così Renato Rondinella presenta il suo lavoro, “Spes, Ultima Dea”, pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, e fruibile sia nella versione cartacea, che in quella e-book.