Così nasce il suo primo libro: “Un sortilegio da spezzare” (144 pagine, BookSprint Edizioni, versione ebook disponibile).
Un malvagio sortilegio da secoli incanta un’antica villa abbandonata. La vita di ogni uomo che assomiglia ad uno in particolare è segnata da un tragico e ineluttabile destino. Una donna, deus ex machina, è in grado di spezzare l’incanto salvando la vita all’ennesimo tributo vivente dando finalmente la pace alle povere anime condannate. Si tratta quindi di una storia fantastica, un romanzo molto ben costruito nella struttura narrativa e nella forma, con un ritmo ben dosato e delle trovate letterarie geniali. Chi si voglia approcciare alla lettura di questo romanzo troverà un passatempo molto piacevole e l’impossibilità di staccarsene prima del finale.
Ivana Maiello (Monza, 1965) inizia a scrivere le prime poesie ai tempi delle scuole medie. Ama da sempre l’arte, leggere romanzi classici, gialli, d’orrore, ama disegnare. Da quella lontana vacanza sul lago di Como nel 1984 ha scritto molto altro che però non ha mai visto la luce. Inizialmente abbandona il sogno di scrivere ma l’esperienza le fa capire che una vita passata senza rincorre i propri sogni è una vita che non raggiungere mai la propria completezza. “Un sortilegio da spezzare” è descritto dall’autrice come un vero e proprio sogno che si realizza e ci invita a ricordare, sempre, che i sogni vanno inseguiti strenuamente. Non è banale di questi tempi dirlo, non è banale ma molto coraggioso crederci. Per riuscire, oltre a una buona dose di fortuna, dovremmo anche scendere a compromessi con le nostre paure, con le nostre insicurezze, sicuramente dovremo solcare la soglia della nostra personale “villa abbandonata”, anche nella maniera in cui ha fatto Ivana Maiello che con “Un sortilegio da spezzare” è entrata nella sua, senza averci mai messo piede, a distanza di trent’anni.