Con l’intento di sopperire all’assenza, in ambito editoriale, di testi che affrontino l’argomento del lavoro notturno e dei risvolti che da questo possono scaturire, Alfredo Copertaro espone con ottime capacità espressive la peculiarità dell’argomento. Supportato dalla letteratura medico scientifica, l’autore informa i fruitori del suo libro circa la probabile correlazione tra lavoro notturno e la comparsa di danni patologici, anche di natura neoplastica. Quest’ultima tesi è stata discussa e sostenuta dalla International Agency for Research on Cancer (IARC). Il lavoro notturno quale fattore di pericolo, dunque. In particolare si segnala un alto fattore di rischio per le donne; la notturna esposizione alla luce artificiale sarebbe la causa della ridotta secrezione degli ormoni dall’attività anti-cancro, di quelli la cui funzione si pone in antagonismo agli ormoni legati al tumore alla mammella. La degenerazione neoplastica è associata pertanto alla desincronizzazione del gene orologio la cui alterazione di ciclo, tarato sulla sequenza luce-buio, porterebbe all’alterazione delle funzioni fino alla comparsa di gravissime patologie, o nei casi meno disperati a malattie cardio-metaboliche, digestive o legate al sistema nervoso. È lo stravolgimento dei ritmi circadiani a influire, più o meno pesantemente, sulle condizioni di salute del lavoratore notturno.
La complessità della materia trova nella divisione in tre parti un buon sistema espositivo. All’argomentazione degli aspetti epidemiologici e crono-biologici della parte prima segue l’esposizione delle patologie correlate, fino alla valutazione del rischio e alla sorveglianza sanitaria della terza e ultima parte del libro. Il tema scientifico è affrontato con lineare razionalità e trova supporto nel consistente apparato bibliografico, così che il libro possa intendesi rivolto ad un pubblico di specialisti tanto quanto ad uno di neofiti dell’argomento.