Figlia di una donna che fa uso di sostanze stupefacenti, la protagonista del libro vive il dramma di una madre dedita alla prostituzione, con tutto quello che da ciò ne consegue: una bambina prima e un’adolescente poi, a cui viene negato il diritto di vivere la spensieratezza e la tranquillità necessari per una crescita equilibrata e serena. Della figura paterna, di cui conosce solo dei pessimi surrogati, non c’è traccia. Anzi, da una delle presenze maschili che nel corso del tempo si succedono accanto alla madre, subisce delle attenzioni morbose che sconfinano in atti di pedofilia. Gli anni a seguire, quelli dell’età adolescenziale, segnano il definitivo ingresso della nostra protagonista nel mondo delle droghe e del sesso. La sua sembra una vita destinata alla perdizione totale e così sarebbe forse andata senza il suo avvicinarsi a Dio, colui che in modo paterno ma silente ha sempre vegliato su di lei.
Joana, attraverso la stesura del libro “Rinascere si può”, vuole dare un messaggio di speranza: testimonia la possibilità di una rinascita, anche quando questa sembra impossibile. Lei, che ha vissuto la scrittura come atto di liberazione, è d’esempio per tutti coloro che continuano a soffrire per un dolore passato ma ancora trattenuto, è la dimostrazione che è possibile annullare il male e ricominciare nel bene.