E poi altri personaggi senza nome, alla disperata ricerca di una verità che non sia apparente. Un mare nero d'inchiostro. Nel quale è troppo facile affogare. "Quante cose si ripetono, tutte identiche, nell'arco di una vita? Saluti, rimproveri, gesti. Che non hanno e che non avranno mai un seguito"»
Se ogni volume è in una certa misura autobiografico, Alberto Sorge confessa che «in questo libro ho messo pure troppo di me. C'è un personaggio che sono proprio io, che parlo in prima persona. Mi spoglio, e dico veramente ciò che sono. Quindi se non piace il libro, non piaccio neanch'io».
Non ama definirsi scrittore, il trentenne di Gorizia, ma si è occupato di scrittura da sempre. «Mi guadagnavo da vivere così. Scrivevo per il cinema e vendevo dei piccoli soggetti. Così ho iniziato a prendere fiducia in quella che poteva essere la mia professione da quel momento in poi. Non mi reputo uno scrittore, perché nella vita faccio tante altre cose, e paragonarmi a certi scrittori sarebbe una completa mancanza di umiltà da parte mia. Ma mi diverto a scrivere e vorrei continuare a farlo».
"Mare Nero" è un progetto che non si fermerà alla carta. Nei piani di Alberto Sorge c'è la volontà di farne un film. L'autore lavora da tempo in ambito underground, ed è abituato a ricavare al meglio anche da budget molto ridotti.
Proprio alla presentazione di sabato, Sorge parlerà dei progetti futuri e risponderà alle domande di Federica Marchesich e di tutti quanti vorranno intervenire.