L’autrice affida alle 98 pagine, edite dalla BookSprint Edizioni, il compito di descrivere ed informarci sulle funzioni delle maestose costruzioni nuragiche.
Le argomentazioni della Ledda scaturiscono dall’illuminante lettura di un’opera di Venceslas Kruta, archeologo e storico francese, e consistono nel valutare plausibili i rapporti tra i proto sardi ed i proto europei; la comune koinè, l’esistenza di toponimi, verbi e sostantivi di antica radice celtica, l’uguaglianza delle tradizionali feste pagane e l’esistenza delle medesime costruzioni megalitiche, convaliderebbero la tesi della nostra autrice.
«Tra tutte le ipotesi fatte dagli studiosi fino ad oggi, tutte possono essere possibili e verosimili, ma ad un certo punto ha preso forma in me la concezione che queste costruzioni, se pure per caso, siano state destinate ad assurgere ad un compito ben più importante di un semplice tempio o di una fortezza, se l’ipotesi si rivelasse esatta saremmo ad un passo dalla salvezza dell’umanità».
Come una profezia, Maria Margherita Ledda anticipa quello che è il contenuto della seconda parte del libro. È qui che le sue ricerche giungono alla svolta conclusiva: afferma una credibile correlazione tra un non precisato nuraghe e il codice celato nelle pagine del Pentateuco e custode dei misteri dell’umanità.
L’estrema semplicità lessicale, e stilistica in generale, conferiscono vigore al testo, trascinando il lettore nel viaggio della conoscenza sia dell’isola, e delle sue peculiarità, sia del progressivo evolversi delle dimostrazioni, supportate sempre da riferimenti bibliografici.
È con un testo non troppo lungo e di facile lettura che Maria Margherita Ledda informa e omaggia l’affascinante terra di Sardegna.