«A Sutera in tempi agricoli, alle porte del paese, erano installati alcuni abbeveratoi; alcuni di forma rotonda, altre rettangolari e tutte con lo scopo di rifocillare dissetando gli animali al rientro del proprio pascolo». Un racconto altamente descrittivo che porta i lettori in una di quelle piccole realtà di provincia di cui l’Italia è ricca, piccoli contesti intrisi di storia e di fascino, purtroppo sconosciuti ai più. Pertanto l’autore, oltre a compiere un atto d’amore verso il suo “borgo natio”, offe ai lettori di diverse zone dello stivale la possibilità di conoscere una piccola realtà siciliana, in alcuni casi diversa, mentre in altri simile, ai tanti borghi dove le piazze, le vie e i negozi sono luoghi d’incontro e di scambio di riflessioni, di conoscenze e d’opinioni.
Mediante la lettura di questo testo il lettore compie un viaggio virtuale e così si avvicina ai personaggi che hanno reso viva questa piccola realtà: conosce la saggezza degli anziani, la singolarità di alcuni uomini di chiesa, il sentimento di fede e devozione in occasione della processione del santo patrono. La memoria e l’amore per il paese sono i fili che tessono, come una trama ed il suo ordito, il tessuto di questo racconto di poco oltre cinquanta pagine.
Nato a Sutera, Renato Pillitteri trascorre qui la sua vita fino all’età di venti anni, per poi trasferirsi a Pavia per motivi di studio prima, e successivamente di lavoro. In seguito sarà ancora protagonista di un trasferimento e stavolta insieme a tutta la sua famiglia. Insieme alla moglie alla figlia, i tre si spostano in Abruzzo e attualmente risiedono a Teramo, piccola e accogliente città dove il nostro autore continua a coltivare le sue grandi passioni: la pittura, passione che lo anima da sempre e la scrittura, quest’ultima attitudine scoperta in un tempo più recente.