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30 Nov
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L’uomo alla ricerca del senso di vivere: il Romanzo di Formazione

L’uomo alla ricerca del senso di vivere: il Romanzo di Formazione © olly

Sono io disposto a mettermi coscienza e controcoscienza sotto le suole delle scarpe e cercare solo quel che mi fa essere felice, che mi fa star bene, che mi fa ridere, per sentirmi vivo sul serio? Sì, sono io disposto. Questo si promette il protagonista inquieto e sempre alla ricerca di uno stabile equilibrio di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, libro di Enrico Brizzi degli anni ’90 che tanto ha colpito la giovane generazione di quell’epoca e che ha riportato al successo un genere difficilmente riconoscibile, ma estremamente importante: il Romanzo di Formazione.

Questo tipo di narrazione letteraria ci mostra l’evoluzione del protagonista verso la maturazione e l’età adulta, per promuoverne l’integrazione sociale, ma soprattutto per raccontarne emozioni e sentimenti.
Il Romanzo di Formazione nasce in Germania tra il 1700 e il 1800 col nome di Bildungsroman, dalla penna di Johann Wolfgang Goethe (Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister), e da quella di Novalis, pseudonimo di Friedrich Leopold von Hardenberg (Enrico di Ofterdingen). Ha poi successo anche in Francia con Stendhal, pseudonimo di Henri Beyle, che inaugura il filone realistico con il suo “Il rosso e il nero” e con Gustave Flaubert e “L’Educazione sentimentale”. In Inghilterra troviamo Henry Fielding (Tom Jones) e Samuel Richardson (Pamela) per arrivare poi a Charles Dickens (David Copperfield), Charlotte Brontë (Jane Eyre) e George Eliot, pseudonimo di Mary Ann Evans (Middlemarch: studi di vita in provincia). In Italia emerge Ippolito Nievo con Le confessioni d’un italiano.
È nel ‘900 che la Letteratura di Formazione tocca però il suo culmine regalandoci splendidi capolavori narrativi come “Il richiamo della foresta” di Jack London, “L’età della ragione” di Jean Paul Sartre, “Sulla strada” di Jack Kerouac e “Il giovane Holden” di Jerome David Salinger. In Italia, parallelamente, scrivono Alberto Moravia (Gli indifferenti), Italo Calvino (Il sentiero dei nidi di ragno), Elsa Morante (L’Isola di Arturo) e Pier Paolo Pasolini (Una vita violenta).
I protagonisti di queste storie vivono storie molto diverse,ma hanno in comune quell’ossessiva ricerca della pienezza interiore, la voglia di trovare un senso al vivere, che non sia solo ripetizione meccanica di gesti quotidiani. Per scrivere un libro di questo tipo, molto spesso, si parte da un’esperienza personale, sfiorando l’autobiografia, e portando il lettore ad interrogarsi, a tirare fuori dall’interno quei sentimenti e quegli interrogativi che a volte ci tormentano. I personaggi di un romanzo di formazione sono uomini e donne “in viaggio”, alla ricerca di se stessi, prima di tutto, di qualcun altro, in alcuni casi, e di risposte, che trovano lungo questo cammino di crescita.
Negli ultimi anni, la Letteratura di Formazione ha trovato modi imprevedibili e sempre nuovi per esprimersi, soprattutto attraverso i “blog” di persone comuni, veri e propri libri online che danno voce a chiunque abbia un’esperienza da raccontare e tra i quali le case editrici per scrittori emergenti vanno alla ricerca di nuovi talenti da scoprire. Il Romanzo di Formazione rappresenta uno dei momenti più alti della Letteratura Mondiale, il narrarsi dell’Umanità che s’interroga, che cerca, che non subisce passivamente la routine. L’Uomo cresce, impara e insegna, si tormenta ed edifica sui propri errori, guarda avanti, resta per un po’ indietro, si ferma al bivio e poi riparte, camminando deciso sulla sua strada erta, per giungere al suo lieto fine, a quello che Paulo Coelho, grandissimo autore di molti Romanzi di Formazione scrive nel suo fortunatissimo capolavoro “L’Alchimista”: “Sono vivo. Mentre mangio, non faccio altro che mangiare, se stessi camminando, camminerei e basta. Il giorno in cui dovrò combattere, sarà un buon giorno per morire come qualunque altro. Perché io non vivo nel passato, né nel mio futuro. Possiedo solo il presente ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo.”

 

 

Venerdì, 30 Novembre 2012 | di @

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