Il ragazzo che aveva pubblicato le poesie era proprio Vincenzo. Dai tempi dell’università era un po’ cambiato, non portava più i capelli lunghi, ma aveva lo stesso sorriso, e ce l’aveva fatta. Quando l’ho conosciuto, portava in giro i suoi versi per i locali con la chitarra in spalle, e i suoi reading acustici avevano un certo successo.
Dicono che la poesia sta morendo. Dicono che nel mercato, per i versi, non c’è più posto. Da questa foto, Vincenzo mi sta dimostrando l’esatto contrario. Per un buon poeta c’è sempre posto. Prima o poi l’eco dei suoi versi esploderà; il mondo forse sarà rimasto uguale, ma il cuore del lettore avrà una nuova vibrazione.
Una poesia vive tante vite. Trova il primo verso e cavalcalo fino alla fine. Se la tua voce urlata nel vuoto risuonerà nel petto di un solo lettore, le tue parole avranno un’altra possibilità. Nelle liriche le parole sono dense di significato; le sillabe diventano note, la voce uno strumento musicale dalle potenzialità comunicative illimitate.
Perché non dare più potere ai tuoi versi con la musica?
Può sembrare difficile, e forse lo è. Ma quando sentirai la tua voce scivolare sugli accordi, saprai che ne è valsa la pena. Grazie al web puoi parlare al mondo. Proponi una sessione di reading musicale a quel tuo amico che suona così bene, e sta’ a vedere cosa accade. Sentirai i tuoi versi uscire tuo corpo e fremere nell’aria. E se un giorno troverai la casa editrice che fa per te, potrai finalmente pubblicare le tue poesie, raccontando di quei tempi lontani in cui i tuoi versi risuonavano sopra un pugno di accordi.
E ora scusatemi, ma c’è un amico che mi aspetta tra le pagine. Mi sembra di vederlo, chitarra e versi nel buio del locale, con il viso in penombra e i capelli che accarezzano il microfono. Le luci si abbassano, silenzio, note. Poesia.