Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono di origine palermitana. Mi sono allontanato dalle mie radici giovanissimo ma mente e cuore sono rimasti nella culla della Conca d'oro. Ho vagabondato in lungo e in largo con la famiglia e da solo per tutto lo stivalone, sostando a Pisa per gli studi universitari e per sottrarre alla cittadina il suo frutto più bello, Rita Bernardi, una splendida fanciulla che ho condotto all'altare nel 1966. Da allora vivo felicemente con lei a Roma, da pensionato, dopo aver diretto aziende farmaceutiche nazionali e multinazionali. Non si decide, improvvisamente, di diventare scrittore. Sono i racconti, l'estetica musicale e filosofica, i drammi letterari, le canzoni che si coalizzano costringendo il soggetto scelto dal Fatum a impugnare una penna per tracciare su un foglio il proprio profilo. Da una ventina d'anni cerco di realizzare il mio migliore autoritratto, dando alla luce e pubblicando una dozzina di libri di varia natura. Altrettanti sono pronti a essere generati da una buona levatrice.