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11 Apr
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Intervista all'autore - Laura Baldassarri -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
La mia vita penso sia una delle possibili vite che avrei potuto fare, dettata da scelte importanti che hanno condizionato il suo svolgersi ( se leggerete “Leila volava…” e “Leila tu non sei Leila…” capirete meglio quello che intendo).
In questa mia vita sono la madre di due splendidi ragazzi che mi riempiono di soddisfazioni, la moglie di un uomo che ha raggiunto grandi successi nel suo lavoro e ne raccoglie i frutti con continue dimostrazioni di stima e riconoscenza e e la donna, piena di interessi, di passioni, sempre in movimento, sempre in ricerca, mai sazia e fondamentalmente felice.
Sono la base statica di questa famiglia in movimento e penso di essere una pedina importante della nostra unione.
Scrivo da sempre e conservo scritti fin da quando ero adolescente perché scrivere è un modo di fissare stati d’animo, esperienze, momenti e far sì che possano essere così rivissuti tramite le parole intense che quegli episodi avevano suscitato.
Il tempo in cui scrivo è quando mi fermo, mi guardo dentro e mi cerco.
Non è detto che io mi riesca a trovare, ma se neanche ci provo non raggiungerò di sicuro la mia verità.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento della scrittura è quello che desidero ogni giorno, che anelo e che voglio che arrivi, al compimento però degli impegni quotidiani della casa e della famiglia.
Così a volte arriva, a volte no, ma spesso questo momento desiderato è quello che mi tiene in tensione nella speranza di raggiungerlo.
Tutto ciò perché non lo vedo, attualmente, come un lavoro, ma come un traguardo alla fine dei doveri, una concessione da potermi regalare.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho autori preferiti. Leggo molto, tutti i giorni e di tutto.
Più articoli di giornale che libri.
 
Perché è nata la sua opera?
Questo secondo episodio è il compimento del primo “Leila volava…”, nati entrambi da uno stato d’animo di sofferenza per un rapporto faticoso con mia madre.
Soprattutto il primo libro nasce da un sogno: quello di creare una nuova realtà diversa da quella che è stata e che sfocia nella creazione di potenzialità non immaginate prima, ma possibili e sempre più desiderate e perseguite fino ad arrivare alla ricerca più complessa; quella introspezione così difficile da portare avanti, ma che tanto può fare per la nostra felicità.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto nel quale ho vissuto durante la mia infanzia ha creato la malinconia affettiva necessaria per decidere di scrivere. Così è partita la mia necessità di scrittura, da una mancanza. Spesso le mancanze sono le molle che più spingono nella vita, è più raro che la bambagia crei persone altamente motivate verso un obiettivo. È la “cazzimma” che ti fa arrampicare verso la tua vetta e la grinta necessaria ti nasce dentro quando l’assenza ed il bisogno spingono.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È assolutamente entrambe le cose, e non è detto che le due cose si contrappongano.
Quante volte per raccontare una realtà si evade dalla stessa per poi rientrarci!
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sia nel primo episodio che nel secondo ci sono io, appieno, con la mia voglia di migliorare, sempre, con la mia tensione verso la conoscenza.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Le persone che mi circondano e a cui voglio bene sono fondamentali per la stesura dei miei scritti, sia come ispiratori, sia come futuri lettori di ciò che scrivo nella speranza di una loro approvazione, la quale mi rende sempre davvero felice.
Mi piacerebbe molto se anche tu che leggi questa intervista avessi voglia di darmi una tua recensione sui miei racconti ( si accettano molto volentieri anche le critiche costruttive!!)
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il secondo episodio per ora lo ha letto solo mio figlio Gianluca ed è grazie a lui, al quale è piaciuto moltissimo, che ho deciso di pubblicarlo.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo che l’ebook sia da solo il futuro, ma sicuramente un ottimo modo di affiancare un libro cartaceo. Può essere utile a volte leggere sul telefono, su iPad e ad un costo inferiore.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Audiolibro? Perché no!
Quante volte mentre ero a spasso con il mio cane ho pensato che avrei potuto ascoltare un libro e qualche volta l’ho fatto! È stato piacevole e rilassante.

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