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30 Ott
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Intervista all'autore - Gianfranco Barbareschi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere vuol dire dar libero spazio alla fantasia e a reminiscenze di vita vissuta; i due momenti, fondendosi, danno vita al racconto che, man mano che si sviluppa, ti prende fino a farti immedesimare e quindi a vivere la vicenda narrata.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Molto, in percentuale potrei dire il 75%.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Per non ripetermi rimando al punto 1. Alcuni episodi, che non avevo mai vissuto, narrandoli li ho vissuti ripotandone emozioni vere.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Di solito non penso molto al titolo, lo stabilisco di getto. Quello del primo racconto l'ho cambiato perché si addiceva di più al libro nel suo complesso.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Porterei un e-reader dove stiverei un migliaio di titoli.



6. E-book o cartaceo?

E-book, senza dubbio anche se capisco, per averlo provato anch'io, l'amore feticistico per il libro cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

A diciannove anni, coi primi amori, presi gusto a scrivere poesie, poi il primo racconto "Il sogno di un'estate" per fissare su carta una cotta senza pari e l'amicizia con compagni che frequento ancora oggi. Poi, per quasi 60 anni, silenzio. Quest'anno sono incappato per caso nella Booksprint, che mi ha proposto la pubblicazione di quel racconto e di quelle poesie. Così, per la sfortuna degli eventuali lettori, mi è tornata la voglia di scrivere.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Partendo da momenti di vita vissuta scrissi un breve racconto, che diedi da leggere ad un'amica la quale ci restò male perché finiva senza una vera conclusione. Fu lei a spingermi a concluderlo.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Soddisfazione a vederlo stampato; delusione a saperlo invenduto.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Una cara amica e mia figlia.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Lo ritengo utile per i ciechi, ma non mi attira.

 

 

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