3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato come una liberazione: è stato tutto naturale, quasi automatico. I fogli si riempivano, uno dopo l'altro, mostrandomi di volta in volta il percorso giusto da seguire. È stata una corsa verso la parola "fine": mi precipitavo per arrivarci e mi è parso incredibile, esserci arrivata.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Era l'unico titolo possibile.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sono una romanticona: "Cime tempestose", perché è stato il mio primo libro vero che ho letto in Inglese all'età di 11 anni. Lo scrittore è senza dubbio Camilleri, perché si legge tutto d'un fiato e non mi delude mai.
6. Book o cartaceo?
Cartaceo! Gli odori sono fondamentali, le pagine che frusciano e che si accumulano sempre più a sinistra fino all'ultima rappresentano l'impresa compiuta.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È sempre stato un mio desiderio, ma forse prima davo precedenza a cose più materiali e non trovavo il tempo. Questo libro mi ha dato la possibilità di lasciarmi alle spalle il tormento e le angosce, il dolore e le paure che non riuscivo a tirarmi fuori. È stato la mia psicanalisi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È il mio tributo alla "casa" degli zii, nella mia infanzia. Lì ho trascorso le vacanze più belle: un contenitore infinito di segreti e passaggi nascosti, che per una bambina era davvero un sogno. Anche dalle passeggiate condite con canzoncine e corse saltellanti con mia zia verso il cimitero, che sembra tristi, a dirlo così, ma in realtà mi facevano divertire più di un giro al Luna Park, imparavo una grande verità: non bisogna aver paura dei morti, ma dei vivi.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Incredulità, soddisfazione, orgoglio e un velo di malinconia.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia sorella.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne penso tutto il bene possibile. L'attore/lettore ha una grossa responsabilità, ma lo invidio: darà voce e sentimento alle parole scritte.