2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera, perché di giorno lavoro.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Difficile indicarne uno.
Leggo molto e generi molto diversi; da Michener a Vitali; da Carla Maria Russo a Sveva Modigliani; dalla Mazzantini a Lapierre, ecc.
4. Perché è nata la sua opera?
Per il gusto di scrivere, descrivendo vicende, anche reali, ma collocate in contesti sociali e ambientali diversi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, specialmente la formazione giovanile grazie a una madre maestra, un padre appassionato di storia e geografia, uno zio pittore e un altro sacerdote; oltre ad alcuni insegnanti preparati e coinvolgenti.
Poi il lavoro, che mi ha permesso di avere rapporti umani e professionali con molte persone.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
L'uno e l'altro.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto nei due libri precedenti; in quest'ultimo solo esperienze di vita conosciute per via indiretta.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare; le vicende narrate non si riferiscono a persone reali.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei figli a e due carissime amiche molto critiche.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Ritengo di sì, anche se credo che il libro cartaceo non perderà mai il suo fascino e, pertanto, sopravvivrà.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho voluto sperimentarli e non mi sono piaciuti, anche se ritengo che, per casi particolari, possano essere utili.