2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
C'è tutta la mia vita reale. Ho voluto raccontare tante sfumature di ciò che vivo o che ho vissuto nella speranza che chi legge possa scoprire che in questo viaggio chiamato vita non si è soli.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere e descrivere il ruolo di un papà nella società odierna per me è significato poter mettere in discussione il modello di perfezionismo alla quale viene sottoposto il ruolo del genitore. Un papà nasce nello stesso momento in cui nasce un figlio.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stato piuttosto semplice. A dire il vero il libro stesso ha preso vita dopo aver avuto chiaro il titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ isola deserta vorrei un libro che sia in grado di farmi compagnia, darmi indicazioni quotidiane, suggerimenti, consigli, insomma un libro che possa contenere elementi di vita importanti per non farmi sentire solo. In verità anche nel contesto quotidiano a volte ci si sente come in un isola deserta, dove la frenesia e l'indifferenza la fanno da padrone. Il mio libro lo ho già scelto da tempo e posso dire con certezza che funziona. È una raccolta di autori non molto conosciuti racchiusi in un testo ispirato divinamente. Vende da molti anni milioni di copie e credo sia ancora tra i best-seller attuali: La Bibbia.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo tutta la vita.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando ho capito l'importanza delle parole, il loro potere ed il loro fascino. Il mio sogno è quello di poterle utilizzare per portare ispirazione ed entusiasmo nella vita di chi le legge.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce un po’ come provocazione. Sento troppi commenti di persone che sono scoraggiate dall'idea di avere figli per via delle difficoltà a cui questa società ci sottopone. L'aneddoto che ha fatto scattare la molla è legato ad un episodio avvenuto in un ascensore di un ospedale dove incontrando un infermiera si è rivolta a me e mia moglie chiedendoci se i bambini che erano con noi erano tutti i nostri. Dopo la nostra risposta, il suo commento è stato: "certo che ci vuole un bel coraggio al giorno di oggi"... ho pensato proprio il contrario: "ci vuole un bel coraggio a non averli" ed il seguito lo troverete all'interno del libro.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un emozione profonda. Non vedo l'ora di mettermi in discussione e confrontarmi con chi lo leggerà.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La primissima persona è stata la carinissima Rita Raimondo che ho piacere di menzionare perché mi ha aiutato, oltre che nelle correzioni del testo, a far uscire il meglio che avevo dentro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho una figlia disortografica e questa modalità per lei è di grande aiuto. Credo che lo sia anche per tutte quelle persona che in passato sono state etichettate come svogliate verso la lettura mentre magari oggi con i mezzi che ci sono a disposizione potrebbero scoprire che hanno solo qualche disturbo dell'apprendimento che può essere superato grazie alla tecnologia e l'audiolibro ne è un esempio.