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BookSprint Edizioni Blog

27 Gen
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Intervista all'autore - Domenica Ciotoli

1. Ci parli un po’ di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?

Sono nata in un paese della Ciociaria, nel basso Lazio. Ho vissuto per molti anni a Roma, dove mi sono laureata in Scienze Infermieristiche, prima, e in Ostetricia, poi. Sono tornata al mio paese, Ceccano, e lì ho svolto il mio lavoro con amore e dedizione. Oggi sono in pensione. Nella mia vita nonostante gli impegni, ho sempre letto, studiato, mi sono sempre interessata al mondo che mi circondava, ma anche a quello che riuscivo appena a scovare. Il lavoro mi impegnava tantissimo. Per questo, una volta andata in pensione, avendo molto più tempo disponibile, mi sono laureata in Scienze Religiose, in Naturopatia, in Scienze Umane, in Three In One Concepts e in Tecniche Olistiche.

Tutte discipline che mi hanno arricchito culturalmente, permettendomi di approfondire molti ambiti interessanti; dall’Antropologia alla Teologia,alla Filosofia,alla Psicologia, alle Arti. Ad un certo punto ho sentito il desiderio di scrivere. Così ho cominciato con alcune poesie, seguite da un racconto, un altro ancora, e così via, fino a quando non ho deciso di farli pubblicare. Oggi non posso ancora dire che sono una scrittrice ma il fatto di aver pubblicato mi appaga e mi completa.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non ho un orario fisso; certe volte passano giorni prima che mi metta a scrivere, mentre altre, magari, mi trattengo tutta la notte davanti al computer. Ricordo che alcuni anni fa sono stata a lavorare la notte di Natale, scrivendo la raccolta di poesie “Il ricordo dei nostri giorni.”



3. Il Suo autore contemporaneo preferito?

Ce ne sono tanti: Oriana Fallaci, Alessandro Baricco, Natalia Ginzburg, Dacia Maraini, Primo Levi, Eugenio Montale, Martin Buber, Simone Weil, Xavier Lacroix, Uri Orlev, tanti americani, come Jeanne Cressanges, Carlo Loeb, David Icke, Philippe Barraqué, ma anche teologici, come il Cardinal Carlo Maria Martini, Christian Bobin, Enzo Bianchi, Ramón Lucas Lucas, e altri ancora.



4. Perché è nata la Sua opera?

Le opere religiose sono nate da un’esigenza prima di tutto personale: volevo istruire me stessa, non perché non avessi fede ma per esaudire il desiderio di una comprensione migliore. Secondo, perché sono rimasta meravigliata, una sera in parrocchia durante una riunione di catechesi, quando un signore si alzò e cominciò a parlare dicendo di amare il Dio del Vangelo, perché buono, e definendo come cattivo il Dio dell’“Antico Testamento” in quanto, secondo lui, avrebbe punito severamente e fatto del male agli uomini. Rimasi assai delusa e amareggiata, dal momento, soprattutto, che quell’uomo frequentava la Chiesa: capii che purtroppo egli non aveva compreso nulla! Le opere “Prima arriva la conoscenza…Poi la fede I e II“ non vogliono porsi come insegnamento, bensì, semplicemente, invitano con delicatezza il lettore a comprendere che al di là di ogni logica ne esiste una più concreta, ovvero una Realtà che non dobbiamo sottovalutare ma curare quotidianamente in quanto si tratta dell’unica Realtà che veramente merita di essere conosciuta e seguita. Il mondo di oggi corre talmente all’impazzata che quasi non si lascia scrutare, quasi volesse invitarci all’oblio, al non pensare e al non ragionare, senza tener conto dell’importanza della vita. È un mondo sempre più moderno, che ti attira, ti coinvolge con le sue novità, i suoi colori, i suoi suoni, distogliendo la nostra attenzione da ciò che conta davvero: il nostro futuro, vale a dire la vita eterna!



5. Quanto ha influito nella Sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto. Direi che mi ha aiutato a superare tante condizioni che da sola non avrei potuto accettare. Scrivere ha aperto la mia fantasia, mi ha dato possibilità di studiare, di aggiornarmi, mi ha condotto in un mondo libero, nel quale l’unico arbitro sono proprio io.



6. Scrivere è un’evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Tutte e due le cose. In alcune mie opere troviamo molta fantasia: “Ebbrezza”, per esempio, è un romanzo rivolto sia agli adulti sia ai ragazzi, ambientato in un mondo extraterrestre ma nell’opera stessa vengono trattati temi scientifici seri, veri, filosofici. In altre opere, al contrario troviamo questioni di fede e verità sacre.



7. Quanto di Lei c’è in ciò che ha scritto?

Come ho detto prima, nelle opere di narrativa, dove la fantasia precorre il pensiero, c’è molto di me.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della Sua opera?

Per quanto riguarda il tema delle opere, escludendo quelle religiose, dico che certamente nel mio cuore è stato presente un amore, un grande amore. Per la parte tecnica devo dire ancora di sì: prima di tutto, la correttrice di bozze, una ragazza istruita, fantastica, unica, intelligente, di impareggiabile bravura, che ha compreso il mio animo e ha saputo tradurre i miei pensieri in parole per esplicitarli al lettore; poi,la BookSprintEdizioni, che si è data da fare per pubblicare le mie opere in maniera molto professionale, e l’editore Vito Pacelli, che ha avuto molta fiducia in me.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Alla mia correttrice di bozze, ovvero la mia amica Silvia Marrucchesi.



10. Secondo Lei il futuro della scrittura è l’ebook?

Io me lo auguro. Il mondo si aggiorna, le tecniche si rinnovano, le persone hanno sempre più a disposizione mezzi tecnologici, che consentono di risparmiare tempo e, credo, anche denaro. Devo ammettere che il cartaceo è più personale: avere un libro tra le proprie mani mancherà a tanti; specialmente sentire l’odore della carta, sfogliare le pagine. Trovo appagante il momento in cui entro in libreria e mi perdo tra gli innumerevoli scaffali; a volte mi accade di sfiorare con la mano le opere come se volessi salutarne gli autori, amici importanti.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sì, anche questa è una cosa buona, ti accompagna mentre guidi, mentre sbrighi le faccende di casa, quando vuoi rilassarti in poltrona; oppure la sera, a letto, con una luce soffusa: attimi molto intimi, come se stessi conversando con un amico.


 

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