Tale ricerca viene spiegata in un manuale che ha forma di riflessione e invito, sulla base di alcune personali esperienze dell'autore, ricavate dalla necessità di andare alla ricerca di un “giusto equilibrio”, una via per opporsi agli scossoni della vita, per gestire adeguatamente le opportunità che si possono presentare.
Il destino è la strada maestra della nostra esistenza, strada che l’uomo deve percorrere in solitaria e nella maniera che ognuno possa ritenere la migliore. Questo libro vuole essere uno spunto, un raccontodell’umanità in ognuno di noi e della possibilità di favorire il nostro percorso vitale.
Giuseppe Capuano vuole scrivere per tutti. Per tutti affinché tutti possano intraprendere un percorso di autoriflessione (implicitamente di auto-miglioramento) senza dare per scontato l’analisi della diade bene-male, senza cedere al più ovvio relativismo che tende ad etichettare situazioni, sentimenti, persone. Copiosi sono gli spunti filosofici in generale. La teologia, la politica e la religione ad esempio, ma anche l’antropologia e la pedagogia. Passaggio interessante, fra gli altri, è quando si analizza il fanciullo, nella sua crescita, mentale e sociale oltre che fisica, un attenzione a questo stato umano perché principio di tutto: “Lo sviluppo umano dalla nascita alla fine; da neonato, dove il primo rapporto con l’alterità è quello con la madre, che si sviluppa secondo le regole dell’attaccamento.”
C’è quindi la fede per Giuseppe Capuano in un destino che è strada maestra ma non totalizzante motivazione al quotidiano umano vivere. La rivalutazione dello sforzo di un uomo non più solo di fronte all’universo, ma meccanismo integrante e rivoluzionario di esso.