Trascendendo da ogni contestualizzazione geografica, “I luoghi dell’anima” (112 pagine) è la celebrazione astratta della sensazione di sollievo propria di una ideale dimensione di quiete.
Travagliata nello spirito e nella carne dalle quotidiane preoccupazioni, tipiche e frequenti di ogni essere umano, l’autrice pare alleviare il proprio spirito attraverso l’espressione scritta.
La liriche, tutte poesie di sentimento, si dividono essenzialmente in sue grandi categorie: poesie d’amore e poesie d’affetto. Nelle prime scorre fluida, e quasi tangibile, una malinconica consapevolezza d’assenza; e se i corpi godono dell’appagante armonia dell’incontro, l’anima soffre della sua solitudine.
«Forse solo per un momento/ Vorrei dimenticare me stessa/ In un bagliore, in un amplesso…»
È attraverso la descrizione di rassicuranti paesaggi che, invece, i componimenti della seconda sezione si tingono di colorata tenerezza. Il cangiante cromatismo floreale culla il cuore dei fruitori del testo.
Ma proprio questi, scaldati dal calore degli affetti cantati e commemorati, inaspettatamente posano lo sguardo su ribadite dichiarazioni di incapacità al superamento della speranza svanita.
Il sobrio poetare di Monica Zaffaroni si traduce in composizioni dal verso libero. Privi di ogni artificioso orpello, i componimenti convincono per il loro carattere avvolgente. Appassiona, dunque, questa raccolta poetica che basa la propria forza su un’incisività che il lettore ha modo di individuare già dalle prime righe del testo.