È probabilmente questo il racconto più bello dell'autrice, nonché il primo nucleo dell'intero libro. Il resto però non è da meno. C'è infatti, nel modo di scrivere di Manuela Bono, il sapore di tutti i libri letti, di tutti gli autori conosciuti, c'è l'immenso amore per la lettura, c'è la voglia di provare a scrivere qualcosa per la prima volta, il coraggio di darlo ad altri pubblicandolo, c'è l'amore per la sua terra e per le sue radici. Ma non è solo questo. La scrittura è infatti vista come un porto sicuro, un isola felice e lontana dal realismo bieco e triste di una realtà spesse volte fosca e grigia.
La maniera di scrivere dell'autrice denota una grande sensibilità e una predisposizione all'immediatezza e alla semplicità. I racconti sono scorrevoli e piacevoli, mai banali, e risulta molto difficile smettere di leggere una volta rapiti dall'efficacia delle descrizioni, dalla verosimiglianza dei personaggi. L'impianto scrittorio è sorretto da una struttura narrativa forte di una solida cultura umanistica, da una viscerale passione per l'arte, soprattutto lettura e musica.
Manuela Bono mette insieme questi suoi racconti riconoscendo in essi una funzione catartica. Ritrovare su carta stampata le proprie parole è un modo per iniziare un viaggio introspettivo nei meandri più oscuri del proprio subconscio e della propria coscienza. Scrive perché è convinta che la scrittura “può salvarti la vita” e la sua ambizione con questo libro è semplicemente riuscire a smuovere qualcosa in chi legge. Il fine è emozionare quanto i vari Shakespeare, Baudelaire, Honoré de Balzac sono riusciti a fare nella sua vita. “La sposa spagnola ed altri racconti” è una validissima raccolta di racconti brevi, scritti splendidamente, e nei tempi di inqualunquismo artistico cui viviamo, ciò è davvero, sinceramente, moltissimo.