In una sorta di diario in versi, dalla forte connotazione autobiografica, Mattia palesa con veemenza la sofferenza d'amore.
L'intensità dei sentimenti non ricambiati – di un amore sfociato in abbandono – è la radice del mal d'amore di cui l'autore è vittima.
In ogni componimento traspare il senso di smarrimento provocato da una donna amata fino all'estremo ma insensibile allo sconvolgimento.
La sofferenza come un liquido struggimento pervade capillarmente ogni frammento dell'anima e del corpo, e si mischia, talvolta, con sostanze che accentuano la già fragile stabilità dell'uomo.
Da qui Mattia Catalano dà vita a componimenti di sincero tormento, in assoluta nudità di spirito dichiara la sua impossibilità a poter resistere al dolore della lontananza e dell'assenza.
I pensieri e le azioni nascono e si compiono nella prospettiva di un riavvicinamento, ma tutto sembra essere vano.
In un susseguirsi impulsivo e caotico, l'amara delusione del presente si fonde con la dolcezza delle situazioni passate vissute in compagnia dell'amata.
«Di quel per me dolcissimo momento
ora rimane un gran tormento
perché negli istanti subito dopo lei fu molto felice
forse iniziammo a far di un quadro la cornice?»
Solo nei versi degli ultimi componimenti l’autore lascia trasparire per lui la luce di una nuova alba; apre al lettore e a sé la predisposizione emotiva verso una rinnovata serenità del cuore.
«È nuova vita
è un nuovo scorrere
mai più noia del tempo
ma inconsueto viaggiare
andar sempre più in lÃ
navigar in un mare di luce piena
amore, passione, candore
è davvero tutto un nuovo sentore».
Lungi da alcuna pretesa letteraria, Mattia Catalano registra gli squilibri di un vissuto tormentato e quando sembra essersi liberato delle scorie del passato si offre sinceramente e completamente ai lettori della sua raccolta poetica.