C’era una volta, in un luogo non ben precisato, un paese in cui i bambini speravano ancora di poter sognare, ma i grandi ormai avevano perso tutto, diventando solo cinici e burberi. In questo paese non c’era più gioia, non c’erano sogni, non c’era la voglia di continuare, si pensava solo a fare soldi e a mangiare. Finché, un bel giorno, un libro di favole venne trovato e tutti gli uomini che lo lessero ripresero a tornar bambini e ad essere felici. Qual era il segreto del libro? Il suo messaggio: lasciatevi incantare.
Un libro di fiabe che trasportano altrove, incantano chi è disposto finalmente a lasciarsi andare nei sogni, nella fantasia, per arrivare là dove la vita diventa un pensiero felice. Una raccolta di favole che porta con se un insegnamento importante, che non deve mai essere dimenticato, specie in una società come la nostra dove nemmeno più i bambini hanno diritto di essere felici: non bisogna mai smettere di sognare. I sogni sono la nostra ancora di salvezza, la nostra speranza di felicità.
Piacevoli evasioni che l’autrice, nata a Perugia nel 1985 e residente a Lama di San Giustino Umbro con un diploma di operatrice turistica e impiegata in un’azienda di Città di Castello che si occupa della preparazione universitaria, dedica al nonno. Nonno che per la piccola Rita era una persona speciale, un fratello, un confidente, un amico. Ogni giorno le raccontava delle storie che la piccola trascriveva e ha conservato, finché non ha deciso di farne un libro, aggiungendo poi qualcosa di suo a quei racconti.