Questa volta il protagonista ha deciso di ottenere a tutti i costi gli ingredienti del tradizionale dolcetto IGP, simbolo della tradizione dei Caparbi e Orgogliosi Panariellesi, per venderlo ai cinesi. Dopo tante peripezie e viaggi in giro per l’Italia, trova la ricetta e comincia a produrre i dolci. Grazie ai contatti con Anghela, un’imprenditrice tedesca, riesce a distribuire le leccornie a milioni di migranti con la speranza di debellare il problema della malnutrizione. Ma la beffa è dietro l’angolo e per Vitariello le cose si metteranno male. Riuscirà a evitare la bancarotta e a salvare i suoi affari?
Nel romanzo sono presenti numerosi personaggi esilaranti che rappresentano lo specchio della nostra società. L’autore con una sottile ironia riesce a intrattenere ma allo stesso tempo a scuotere le coscienze dei lettori. Il lavoro di Mazzilli è una satira perché ridicolizza i politici, mette in luce le contraddizioni di una società alle prese con l’eccessiva industrializzazione e la perdita di identità territoriale, ma allo stesso tempo è una denuncia quando evidenzia le difficoltà di gestire un fenomeno di dimensioni allarmanti quale l’immigrazione. Infine, è un libro di riflessioni esistenziali, in quanto l’autore lancia dei messaggi forti, universalmente riconosciuti e su cui tutti noi abbiamo il dovere di riflettere.
Giuseppe Mazzilli è stato anche lui un bambino migrante, a solo undici anni infatti ha lasciato la Puglia, povera e miseria, per trovare condizioni di vita migliori a Torino. Lì ha svolto diversi lavori per poi trovare impego nel settore dell’artigianato.