La trama. Maria è una giovane donna che ha passato la sua infanzia in India, portata con sé dal padre, medico, che le ha insegnato la cura del corpo umano, mostrandole il dolore e la miseria di quelle zone. Ancora adolescente, viene corteggiata dall'assistente di suo padre, che acconsente presto al matrimonio. Un matrimonio, però, breve, consumatosi in una prima ed unica notte di nozze, che lei vive con dolore e disgusto. Rimasta vedova ed orfana, torna in Occidente, dove entra in casa della Vecchia, l'unica parente di suo marito, grazie alla quale conosce G, suo figlio e Pierre, loro amico cinico e pratico, col quale nasce un amore particolare…
80 pagine interessanti, con una narrazione sempre imprevedibile e vivace, in cui non c'è spazio per i tempi morti e dove, soprattutto, hanno grande importanza le allusioni e il non detto, fondamentali per ri-comporre la storia. I viaggi, gli amori, gli incontri fanno tutti parte del racconto del Novecento, che è il vero protagonista del libro. In ballo ci sono però anche altri temi importanti, come il rapporto genitori-figli, il sentimento dell'amore e la difficoltà di essere donna.
Il merito dell'originalità del romanzo è tutto dell'autrice. Donatella Gaiani è laureata in Filosofia e specializzata in Pedagogia Clinica. Dopo gli anni passati ad insegnare nella scuola pubblica, ha operato per diversi progetti a sfondo sociale, senza però dimenticare mai la sua passione per la scrittura, che la ha portata a pubblicare in passato altri tre romanzi. "Piccolo Novecento", però, è il libro della sua maturità artistica.