La silloge, intensa, getta uno sguardo proprio sul mondo il cui riflesso non è molto splendido. Un'arte, quella della vita, che va vissuta e raccontata cercando di giungere ad una visione di difficile realizzazione. La costanza non premia e l'esser presenti a se stessi a volte diventa un problema; anche l'amore ha dei limiti e quando questi vengono a galla, contribuiscono a rendere più grigio e triste l'universo che ci circonda. Ecco perché il riflesso che ne viene fuori è quello di una realtà difficile da vivere, ma con la consapevolezza e la certezza che i momenti complicati vanno comunque affrontati e vissuti.
Le poesie hanno la caratteristica di non avere un titolo e questo fa sì che il lettore abbia ancora più voglia di leggere tra i versi la verità dell'autrice. Ogni parola è scelta e selezionata, lo stile pacato ma diretto è tipico della freschezza della scrittrice, a cui piace andare dritta al cuore delle questioni, senza però mai scoraggiarsi. Non è infatti un inno alla tristezza e al pessimismo, bensì la voglia di tirar fuori il reale. Non ci sono rime impostate e studiate, ma i versi, seppur liberi, hanno una musicalità che coinvolge e appassiona.
Nata a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli il 29 aprile del 1995, Elisabetta Panico è diplomata all'Istituto d'Arte di Avellino, indirizzo Grafica pubblicitaria e Fotografia. Studentessa dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, l'autrice ama sperimentare, nel tempo libero, nuove forme di linguaggio espressivo. L'arte, infatti, è insita nel suo DNA e all'amore per le poesie unisce quello per la pittura, per la fotografia e la musica, che la rendono, seppur giovanissima, già un'artista completa, a 360 gradi.