Non sempre uno specchio d'acqua riflette un'immagine bella, pulita, felice. Può accadere infatti, a volte, che ciò che viene mostrato non sia quello che uno ci si aspetta. I motivi sono diversi e prova a raccontarceli Elisabetta Panico nel suo libro "Il riflesso del mondo, in una pozzanghera di fango". L'opera, una raccolta di poesie di 62 pagine, è edita per la BookSprint Edizioni, la giovane casa editrice di Vito Pacelli, ed è disponibile nel classico formato della brossure cartacea.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non credo si decida di diventare scrittori, probabilmente le cose avvengono quando meno te lo aspetti, o probabilmente, arrivi al momento in cui prendi nota delle cose che ami fare e investi in esse. Diventi consapevole. Fin da ragazzina avevo dei diari, dove annotavo semplicemente ciò che accadeva. Sempre in tenera età amavo scrivere storie inventate, farne delle illustrazioni e fantasticare ad occhi aperti. Crescendo la scrittura non mi ha mai abbandonato, per un breve periodo ho scritto testi che arrangiavo con la musica, poi sono arrivate le parole senza suono. La poesia è quella sintesi, quella riflessione che ti concedi, e concedi agli altri. Non molto distante dalla musica, dall'arte… ti prende, e smuove le corde dell'animo.