La protagonista è Giovanna, una ragazza appartenente ad una famiglia facoltosa, che però sogna, col suo coraggio e la sua umiltà, di integrarsi con i figli dei fittevoli e dei lavoratori che aiutano i suoi. La vita al "Castello" le sta stretta, lei vuole di più, e quando la Seconda Guerra Mondiale scoppia, giocoforza si ritrova ad essere al centro della vicenda, perché anche da lei dipende la vita di tanti, dei troppi costretti a fuggire per evitare la persecuzione. Il suo agire, le sue azioni, la portano a diventare assassina e ogni notte combatte con i sensi di colpa, il suo vero campo di concentramento.
164 pagine speciali, dolorose, in cui emerge chiara la bravura dell'autrice, capace di raccontare con precisione e minuzia i fatti e le date, dimostrando anche di essere molto informate sulle questioni relative ai tempi della guerra. Uno stile definito e variegato, un linguaggio medio-alto e una trama avvincente completano il quadro di un romanzo che, nella sua essenzialità, ha il pregio di riportare alla memoria una storia nemmeno troppo lontana che stiamo però già dimenticando.
Maria Cristina Cecchetti è nata a Torino nel 1951. Dopo la laurea in Filosofia e la specializzazione in Psicologia, ha portato avanti la sua professione di psicologa sperimentando anche approcci nuovi e innovativi per la cura dei suoi pazienti. Oltre alla sua professione iniziale, ha anche insegnato per 40 anni lettere nelle scuole medie del Piemonte. Ora in pensione, ha deciso di dare sfogo alla sua vena artistica, che non si esaurisce con la scrittura, di cui "Contessa" è un esempio di qualità (ultima fatica tra poesie e racconti che provengono anche dalla sua adolescenza), ma spazia anche nella pittura.